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Reddito di cittadinanza, gestore cerca barista a 800 euro ma non lo trova: «Colpa del sussidio!»

Meno voglia di lavorare? Colpa del reddito di cittadinanza? Sembra un po’ la storia del cane che si morde la coda. Su “Il Mattino”, Daniela De Crescenzo ha intervistato Danilo Volpe, un datore di lavoro che da settimane ha pubblicato un annuncio con scarso successo. «AAA Barista cercasi» questo l’incipit della sua richiesta, che tuttavia non è stata raccolta da alcun aspirante dipendente. A detta del signor Danilo Volpe la mancanza di proposte potrebbe essere addotta anche al sussidio pentastellato.

Reddito di cittadinanza, gestore cerca barista a 800 euro ma non lo trova: «Colpa del sussidio!»

«Negli ultimi cinque mesi si sono licenziate tre persone, due solo nell’ultima settimana!», ha spiegato Danilo Volpe che poi ha proseguito: «Tanti licenziamenti in un’azienda che è sul mercato da 30 anni non erano mai capitati!». L’uomo ha poi aggiunto di non essere alla ricerca di personale specializzato: «Io gestisco un bar, ho bisogno soprattutto di gente che sappia preparare il caffè e tenere pulite le macchine. Quando è possibile cerco dipendenti che abbiano frequentato l’istituto alberghiero. Non posso pretendere la laurea, ma ho sempre puntato su persone che abbiano già lavorato altrove per qualche anno. Nel nostro mestiere poi, conta anche il saper fare. Il barista deve ispirare fiducia e sicurezza. Prendere il caffè deve essere un piacere!». Dopo le dimissioni a catena, il gestore ha pensato bene di pubblicare un annuncio su Facebook sulla pagina del suo esercizio, tuttavia non ha ottenuto che un pugno di mosche: «Sono riuscito a svolgere soltanto sette colloqui, non ho assunto nessuno però. Qualcuno ha rinviato, altri hanno detto che non vale la pena lavorare per 800 euro al mese e mi hanno spiegato che potevano guadagnare di più in altri modi!».

Reddito di cittadinanza, la storia di Danilo Volpe: «Fino all’anno scorso c’era la fila appena si liberava un posto…»

Nessuno degli aspiranti baristi si è sbilanciato, ma secondo il signor Danilo Volpe dietro «quegli altri modi» si nasconde anche lo spettro del reddito di cittadinanza: «Non lo hanno detto… però in passato non ho mai avuto questo problema!». «Forse il salario è troppo basso?», ha chiesto ad un certo punto la giornalista de Il Mattino: «Noi siamo controllatissimi. Al cento di Napoli!» – ha replicato il gestore – «Applichiamo alla lettera il contratto di lavoro. 800 euro per lavorare dalle 6,30 alle 16,30 e dalle 14,30 alla 20,30!». Senza contare poi le mance, che portano a 1200 euro lo stipendio in alcuni casi. Soluzione? «Per ora io e la mia collaboratrice storica ci siamo rimboccati le maniche. Un altro dipendente fa il doppio turno e naturalmente guadagna il doppio. E pensare che fino all’anno scorso appena si liberava un posto davanti al mio bar c’era la fila!».

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