Il reddito di cittadinanza nasce come misura di reinserimento nel mondo del lavoro e come strumento per integrare i redditi familiari. Non è un sussidio per fannulloni, né un escamotage per restare seduti in poltrona e tocca proprio ai vari Comuni italiani far sì che i beneficiari non restino inoperosi. Secondo quanto riportato da “Repubblica” la città di Torino ha deciso di impiegare i percettori del reddito di cittadinanza in una serie di lavori utili per la comunità. Un modo per far del bene agli altri e soprattutto al paese.
Reddito di cittadinanza, il Comune di Torino studia lavori utili per i beneficiari: l’iniziativa della sindaca Schellino
Secondo i dati raccolti, un torinese ogni 45 ha percepito il reddito di cittadinanza, così il Comune di Torino ha pensato di far lavorare i beneficiari, cosicché siano attivi e produttivi. Ovviamente questo non significa sfruttarli, ma dar loro una possibilità: quella di rendersi utili. «La restituzione è prevista dalla legge e come amministrazione vogliamo essere pronti. Le attività svolte dai beneficiari del reddito di cittadinanza non devono però sostituire posti di lavoro retribuito!», ha spiegato Sonia Schellino, assessora ai Servizi Sociali di Torino, che a tal proposito si troverà a breve a coordinare una task force volta a gestire la carica dei 20mila torinesi che usufruiranno del reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: un torinese ogni 45 ha ricevuto il sussidio
«Vogliamo che, soprattutto per i giovani, siano esperienze formative. Ogni assessore avrà qualche settimana per individuare le attività idonee!», ha affermato Sonia Schellino, consapevole degli obblighi con cui debbono fare i conti i beneficiari del sussidio anti povertà del Movimento 5 stelle. L’idea è, infatti, quella di coinvolgere le persone in progetti utili in servizi per la collettività, come ad esempio l’assistenza dei piccoli all’entrata e all’uscita dalla scuola, ma anche attività di giardinaggio e pulizia delle strade. Un’iniziativa non semplice da attuare soprattutto nelle grandi città, dove si prevedono nei prossimi mesi colloqui e incontri per l’inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari. Sonia Schellino però è fiduciosa, anche perché sono tante le iniziative da portare avanti e i compiti da svolgere: «Le opportunità possono essere diverse. Penso a persone che aiutino nel tenere aperti gli sportelli della Città, per dire la biblioteca potrebbe avere dei volontari che turnino e diano una mano ai dipendenti. Ma anche progetti di archiviazione per i quali non ci sono né risorse, né personale e che non si farebbero mai o volontari ai grandi eventi che ospitiamo a Torino!».