È stato pubblicato il rapporto annuale Employment Outlook, in cui l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, meglio conosciuta come Ocse, ha espresso la sua posizione sul reddito di cittadinanza. Secondo questi «la misura rappresenta un trasferimento di risorse importante» verso i soggetti meno abbienti, ma andrà comunque controllata proprio perché il livello è molto alto «rispetto ai salari italiani, soprattutto in certe aree del Paese e il suo design, il modo in cui è stato immaginato, non è purtroppo adeguato alla sfida».
Reddito di cittadinanza, il rapporto dell’Ocse: sussidio anti-povertà promosso ma con riserva
Nel documento, a cui hanno lavorato anche due economisti italiani Stefano Scarpetta e Andrea Garnero, si legge che il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, pensato per contrastare la povertà, potrebbe non funzionare per due motivi: in primo luogo perché esso avvantaggia i single più che le famiglie ed è poi troppo elevato rispetto alla media degli stipendi nel paese, soprattutto se si pensa al Meridione. In virtù di questo, alcuni soggetti potrebbero ritenerlo un’ingiustizia o pensare addirittura di rifiutare un lavoro. Diciamo che l’opinione dell’Ocse sul reddito di cittadinanza non è del tutto negativa, ma ci sono comunque delle criticità con cui fare i conti. Problemi, da non sottovalutare. Non si può non tenere conto del contesto storico, il reddito di cittadinanza avviene in una fase economica di stallo, che andrebbe affrontata con riforme strutturali. Pensate che l’Italia è l’unico Paese Ocse con una crescita negativa dei livelli reddituali dal 2000 in poi; senza contare che i posti di lavoro temporanei sono cresciuti nell’ultimo decennio e sono arrivati al 15,4%, una media superiore rispetto a quella dell’area Ocse ferma all’11,2%.
Reddito di cittadinanza, come risolvere le criticità secondo l’Ocse
Come si legge nel testo l’Italia «manca di personale qualificato e di strumenti informatici e di risorse adeguate e, per queste ragioni, la qualità dei servizi è bassa e varia notevolmente attraverso il paese. Oltre ad ulteriori risorse, occorre migliorare il coordinamento tra le autorità centrali e quelle regionali responsabili dell’implementazione delle politiche attive, anche attraverso linee guida comuni per un miglioramento dei servizi per l’impiego». Ma non è finita qui, perché la situazione nel nostro paese migliori e il reddito di cittadinanza si riveli un’arma vincente «oltre ad ulteriori risorse occorre migliorare il coordinamento tra le autorità centrali e quelle regionali responsabili dell’implementazione delle politiche attive“.
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