Da mesi non si fa altro che parlare del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, croce e delizia di Luigi Di Maio, che in questi mesi si è dato un gran da fare perché la macchina si mettesse in moto e tutto andasse nel migliore dei modi, vale a dire senza irregolarità e contrastando il lavoro in nero. Come spesso succede in questi casi, soprattutto quando c’è la politica di mezzo, «la pratica ha rotto la teoria» ed ecco quindi che quel beneficio, pensato per contrastare la povertà nel nostro paese, si è rivelato un’arma a doppio taglio per i grillini e soprattutto un’amara delusione per molti, che si aspettavano forse importi maggiori.
Reddito di cittadinanza, l’analisi accurata di Hilary Hoynes, docente dell’Università di Berkeley
In merito al reddito di cittadinanza e al suo potenziale, La Repubblica ha intervistato Hilary Hoynes, professoressa di Politiche pubbliche ed Economia e titolare della Haas Distinguished Chair in Disparità economiche all’Università di Berkeley, da anni impegnata per ridurre le disuguaglianze sociali e reinserire gli adulti nel mercato del lavoro. E il prossimo 31 maggio a Trento, la ricercatrice parlerà proprio di questo, rendendo omaggio anche alla memoria dell’economista scomparso Alan Krueger. Su quel «reddito universale di base», arrivato in Italia come «reddito di cittadinanza», Hilary Hoynes ha dichiarato: «La prima azione che un Paese dovrebbe intraprendere è quella di capire quali sono i problemi che il “reddito universale di base” può risolvere. Il problema riguarda soprattutto la povertà tra la popolazione attiva. Ma chi sono i poveri? Possono essere i pensionati, i lavoratori che percepiscono un salario basso oppure le persone che hanno perso il posto di lavoro. Per ognuno di loro, la politica deve mettere in campo soluzioni mirate». Ma quali sono le politiche da attuare perché disoccupazione e povertà si riducano al minimo? A Vito De Ceglia, la studiosa americana ha spiegato: «Sono due. La prima, focalizzata su un periodo breve e strutturata su un programma di assistenza in denaro in grado di soddisfare le esigenze delle famiglie più bisognose. (…) La seconda, concentrata su un periodo lungo e strutturata su un programma che metta al centro il lavoro e il benessere delle persone».
Reddito di cittadinanza, l’opinione di Hilary Hoynes: «Nella sostanza, è un provvedimento corretto perché rappresenta una politica di sostegno!»
Cosa pensa del reddito di cittadinanza in Italia? Nel complesso Hilary Hoynes non boccia il provvedimento del grillini, anche se ci sono delle criticità piuttosto evidenti. «Nella sostanza, è un provvedimento corretto perché rappresenta una politica di sostegno che avrà un impatto sulle persone più povere, visto che prima l’Italia non disponeva di un programma di assistenza in denaro di questo tipo. – ha affermato la professoressa – Tuttavia, per accedervi una famiglia deve avere un reddito inferiore a 9.360 euro, una cifra molto bassa per chi ha figli a carico. L’ammissibilità e le prestazioni della misura dovrebbero invece variare in funzione della dimensione del nucleo familiare!». Per concludere: «Nello stesso tempo, il reddito di cittadinanza italiano nasce anche come strumento di inclusione per chi è fuori dal mondo del lavoro ma la misura, per essere incisiva, dovrebbe rispondere a diversi parametri: quanto è grande il beneficio economico del lavoro che il reddito di cittadinanza propone? In quanto tempo questo beneficio può essere fruito da chi lo richiede? Che tipo di formazione il reddito può fornire per i lavori emergenti? Quali sono le politiche attive di pre-distribuzione della ricchezza (salario minimo)? Qual è il potere di contrattazione per i lavoratori? Se un programma di assistenza sociale non risponde a questi parametri, allora è destinato a non raggiungere l’obiettivo: perché di fatto scoraggia le persone a cercare lavoro». Sono questi i quesiti interessanti posti da Hilary Hoynes, domande su cui dovremmo riflettere tutti, indipendentemente dalla fede e dal colore politico.