Niente da fare, almeno per il momento il reddito di cittadinanza non sarà esteso ai senza tetto. Contrariamente alla proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che di recente aveva parlato di questa possibilità, definendo il problema della residenza un ostacolo facilmente aggirabile: «C’è la legge del 1953 che consente a tutti gli italiani di avere la residenza nel luogo di nascita. Molti cittadini italiani quindi hanno la possibilità di installare la residenza in una via fittizia dove l’individuo viene registrato!», aveva affermato l’ex candidato del Movimento Cinque Stelle.
Reddito di cittadinanza ai senza tetto: bocciata la proposta alla Camera
L’emendamento al decreto Crescita presentato dal deputato di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, è stato però dichiarato inammissibile. La proposta di modifica teneva conto, infatti, di due possibili elementi che avrebbero consentito ai clochards di beneficiare del sussidio: la residenza fittizia o la residenza in base al luogo di nascita, appunto. L’idea è stata scartata: l’emendamento al decreto non ha passato il vaglio delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Ed è forse una sconfitta considerando che chi non ha un tetto sopra la testa è davvero l’ultimo, il più povero tra i poveri. Walter Rizzetto ha annunciato di aver presentato ricorso e che riproporrà lo stesso emendamento in Aula alla Camera in caso di necessità.
Reddito di cittadinanza no ai senza tetto, Walter Rizzetto deluso: «Non mi aspettavo lo bocciassero!»
A “FanPage” il deputato di Fratelli d’Italia ha spiegato che l’intenzione di estendere il reddito di cittadinanza a chi non ha fissa dimora era maturata in lui già prima che ne facesse parola il presidente dell’Inps Tridico: «Mi era venuta già prima perché i senza tetto, in quanto senza residenza, non possono accedere, nonostante siano i poveri tra i più poveri!», queste le parole di Walter Rizzetto, che poi ha aggiunto: «Non mi aspettavo che me lo bocciassero, figuriamoci che lo dichiarassero inammissibile. Pensavo lo approvassero!». Un’erogazione tra l’altro che secondo Pasquale Tridico non avrebbe avuto alcun fine elettorale: «Il numero è irrilevante, parliamo di 17-20mila domande quindi non c’è nessun vantaggio elettorale mentre il vantaggio umano e sociale è enorme!».