L’assegno Io lavoro invece che il reddito di cittadinanza. Si potrebbe riassumere semplicemente così la proposta lanciata da Forza Italia, che porta la firma di Roberto Occhiuto e Mara Carfagna, i quali l’hanno illustrata lo scorso 14 novembre a Montecitorio insieme al responsabile del dipartimento Sud, Paolo Russo, e al portavoce dei Gruppi parlamentari, Giorgio Mulè.
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Che Forza Italia non amasse il reddito di cittadinanza non è un segreto per nessuno. Qualcuno forse ricorderà le parole pronunciate in merito da Silvio Berlusconi in occasione della recente Convention del partito a Milano: «Il reddito di cittadinanza? Una barzelletta, al massimo potrà usufruirne un milione di persone, ma lo hanno venduto come la fine della povertà. Basta fare i conti: con un reddito di 780 euro al mese!». In sostanza, la proposta lanciata da Mara Carfagna e Roberto Occhiuto consiste in un assegno da destinare agli imprenditori che assumono.
In altre parole si tratta di un bonus pari ad una retribuzione di 800 euro, senza vincoli né per l’azienda né per il lavoratore, a cui si aggiungono 10mila euro per l’imprenditore che assume a tempo indeterminato nel Mezzogiorno. Ad essere esclusi da questa misura i datori che licenziano nei 36 mesi successivi o che lo hanno fatto nei tre precedenti. Uno strumento che dovrebbe trovare i fondi nelle risorse dell’Unione Europea, stando a quanto riportato da Roberto Occhiuto.
A chi è rivolto quest’assegno? A spiegarlo è stata la stessa Mara Carfagna. Destinataria del provvedimento è «la generazione di coetanei dei nostri vicepremier, vale a dire la fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, gli sconfitti della globalizzazione che altrimenti rischiano di non vedere la luce in fondo al tunnel!». L’assegno “Io lavoro” è una misura pensata a favore dell’individuo e della sua dignità di uomo. «Non vogliamo lasciare i disoccupati sul divano dove vogliono costringerli i grillini, ma farli prendere per mano dagli imprenditori e portarli nel mondo del lavoro!», ha spiegato il portavoce dei Gruppi parlamentari, Giorgio Mulè, sostenuto da Paolo Russo, che ha dichiarato che “Io lavoro” non è «il sussidio a chi spera di poter lavorare, ma il sostegno concreto al reddito attraverso una prospettiva aziendale per chi voglia mettere in campo le proprie competenze!».