Il reddito di cittadinanza, incluso nel Contratto di Governo del Movimento Cinque Stelle e Lega, pensato come misura anti povertà, è una delle questioni più urgenti. Il sussidio, da inserire nella Legge di Bilancio 2019, destinato a tutte le persone che vivono al di sotto della soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, fissata a 780 euro, è senza dubbio il cavallo di battaglia dei Grillini, ma anche un punto di debolezza di questi ultimi. Perché è inutile nasconderlo: il reddito di cittadinanza non convince né Forza Italia, né il Partito Democratico e forse nemmeno lo stesso Salvini.
Reddito di cittadinanza: banco di prova per il Movimento Cinque Stelle
La proposta simbolo del M5s non è soltanto una delle priorità del Governo, ma è soprattutto un banco di prova per non perdere di credibilità. Tra promesse e lusinghe, infatti, pare che il reddito di cittadinanza abbia subito non poche modifiche, alcune anche abbastanza importanti. Punto fermo resterebbe l’importo di 780 euro mensili e la soglia Isee a 9.360 euro, anche con le eventuali annotazioni alla Legge di Bilancio, dopo la bocciatura UE. Secondo indiscrezioni, alcuni dei Cinque Stelle vorrebbero concedere un assegno maggiorato (156 euro in più) per ogni figlio a carico, raddoppiando il bonus per il coniuge a carico (312 euro). La domanda però è: dove prendere questi soldi? Quali risorse ha il Governo?
156 euro a figlio, Bonus ai tutor, sgravi alle imprese: le ultime novità
Nelle ultime settimane non sono mancate le novità e vogliamo fare chiarezza proprio su alcuni punti salienti che riguardano il reddito di cittadinanza, che dovrebbe vedere la luce a marzo o aprile 2019. Partiamo proprio da questi 156 euro a figlio. Questa misura è stata annunciata dal consigliere economico di Luigi Di Maio, Pasquale Tridico, che ha parlato di una “scala di equivalenza” nata con lo scopo di ricalibrare l’assegno del reddito di cittadinanza in base ai componenti del nucleo famigliare. Per ogni figlio si potrebbe incassare il 20% dell’assegno base di 780 euro, ossia 156 euro, mentre un coniuge a carico varrebbe il 40%, ossia 312 euro. Tra le altre novità il Bonus ai tutor o ai “navigator” come li ha definiti Luigi Di Maio. Al tutor, che dovrebbe avere un ruolo chiave nel guidare chi è senza lavoro nella ricerca di un impiego e che farà assumere il disoccupato, spetterà una sorta di «premio», un bonus di cui non è stato ancora precisato il corrispettivo in termini economici. Previsti anche sgravi alle imprese. Il governo sta valutando l’ipotesi di coinvolgere nel programma del reddito di cittadinanza anche le imprese disponibili ad assumere quelli che beneficeranno del sussidio anti povertà. Si tratterebbe di uno sgravio contributivo pari al reddito della persona che viene assunta. In parole povere: all’imprenditore verrebbero riconosciute fino a tre mensilità di reddito che salgono a 6 se la persona assunta è una donna.
A chi spetta il reddito di cittadinanza?
Vi ricordiamo quali sono i requisiti richiesti per usufruire di tale sussidio:
- Essere maggiorenne (avere cioè più di 18 anni);
- Essere disoccupati o inoccupati;
- Avere un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà in Italia, stabilita dall’ISTAT;
- Percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà;
- Essere residenti in Italia da almeno 10 anni.
Una volta ottenuto il reddito di cittadinanza, sarà necessario rispettare alcune regole per mantenere il diritto a percepirlo. Tra l’altro di tale sussidio si può beneficiare soltanto per un massimo di tre anni, questo proprio per evitare episodi di lavoro in nero o peggio ancora di gente furbetta che non ha voglia di lavorare. Vediamo insieme quali norme ha previsto il Governo:
- I disoccupati, per poter conservare il reddito di cittadinanza, dovranno iscriversi a un centro per l’impiego;
- Offrire circa 8 ore settimanali alla comunità per progetti e lavori socialmente utili;
- Frequentare corsi di qualificazione o riqualificazione professionale;
- Comunicare tempestivamente ogni variazione di reddito;
- Sarà obbligatorio accettare una delle prime tre offerte di lavoro pervenute;
- Effettuare la ricerca di un lavoro per almeno due ore al giorno;
- Necessario non recedere da un contratto senza giusta causa due volte in un anno.
Quali sono le risorse disponibili? Sembra che degli originari 17 miliardi pensati per finanziare la misura ne siano sopravvissuti solo 9, e ora si starebbe studiando una piccola porzione euro-digeribile da 6 miliardi da presentare alla Commissione. Staremo a vedere, intanto il ministro del Lavoro Luigi di Maio ha precisato che il reddito di cittadinanza non cambierà pelle, troverà attuazione nel 2019 così come è stato concepito in seno al movimento. Una promessa?