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Renata Rapposelli news: fogli di carta e tracce biologiche, in corso accertamenti

Morte Renata Rapposelli ultime notizie indagini: acquisiti ieri, 27 novembre, i reperti (lenzuola, cuscini e coperte) sequestrati dagli investigatori nell’abitazione di Giulianova dove risiedono Simone e Giuseppe Santoleri, figlio ed ex marito della pittrice anconetana scomparsa il 9 ottobre scorso, dopo averli incontrati, e rinvenuta cadavere in fondo a un dirupo vicino al fiume Chienti nelle campagne di Tolentino.

PITTRICE TROVATA MORTA: L’AUTO DEL FIGLIO INDAGATO AL CENTRO DELLE INDAGINI

Su disposizione del pm di Ancona, Andrea Laurino, su di essi ora dei periti incaricati cercheranno tracce del Dna della donna, nel tentativo di individuare elementi che possano confutare o confermare l’ipotesi della Procura ovvero che Renata sia stata uccisa (la pista dell’avvelenamento è la più accreditata al momento), avvolta in un telo e trasportata già cadavere, in auto, fino a Tolentino. Sottoposti ad accertamenti anche i numerosi telefoni cellulari e diverse schede sim in uso a Simone Santoleri, il principale indiziato per il presunto delitto.

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Non solo: gli accertamenti scientifici riguarderanno soprattutto le tre tracce biologiche rinvenute sul sedile posteriore destro della Fiat 600 bianca in uso ai due indagati, e all’interno della quale gli inquirenti ipotizzano sia stato trasportato il cadavere della pittrice. Quegli accertamenti irripetibili dovranno inoltre dire se in quell’auto il pomeriggio del 9 ottobre siano salite due persone (Renata e l’ex marito, come riferito dal figlio) o tre. Esami in corso anche su diversi fogli di carta ritrovati sul cadavere di Renata Rapposelli, alcuni fogli manoscritti ed altri strappati. Al lavoro anche l’analista forense Luca Russo, incaricato di svolgere la perizia su due pc, una pen-drive e alcuni telefonini appartenenti a Simone Santoleri e la madre.

Il guasto anomalo sull’auto dei Santoleri poco dopo la scomparsa di Renata

L’attenzione degli inquirenti è rivolta alla Fiat 600 bianca dei due indagati, che fu proprio Simone a portare dal meccanico per un guasto ‘anomalo’ alla leva del cambio (poi sostituita ex novo), segnalato dallo stesso Simone al carrzoziere pochi giorni dopo la scomparsa della pittrice. Quell’auto – sulla quale gli inquirenti sospettano sia stata trasportata la donna, forse già cadavere, da Giulianova a Tolentino – aveva un guasto alla scatola del cambio che sta collocata sotto il motore.  Un danno non frequente nelle autovetture, come testimoniato dallo stesso meccanico interpellato dai microfoni di Chi l’ha visto?, il quale ha detto di non ricordare in anni di lavoro di avere mai effettuato un’altra sostituzione simile. Si ipotizza che il danno sia stato provocato durante il passaggio della vettura su una strada sterrata.

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