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Revoca concessione Autostrade: il testo definitivo del decreto che la prevede

Revoca concessione Autostrade: il testo definitivo del decreto che la prevede è pronto per la bollinatura da parte della Ragioneria dello Stato. UrbanPost ha potuto verificare con certezza che l’ultima versione del testo non ha subito modifiche sostanziali. Il governo Conte bis punta dritto alla revoca, nonostante non ci sia accordo nella maggioranza che lo sostiene. Passa la linea di Di Maio, come avevamo anticipato in esclusiva solo qualche giorno fa.

Revoca concessione Autostrade

Il decreto “disinnesca” la bomba delle clausole contrattuali

Il decreto “Milleproroghe” nella sua stesura definitiva, all’articolo 35, prevede espressamente che Anas, l’Azienda nazionale delle strade, in caso di revoca delle concessioni delle autostrade possa “assumere la gestione delle medesime, nonché svolgere le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelle di investimento finalizzate alla loro riqualificazione o adeguamento”. Un altro aspetto importante del decreto riguarda la possibilità di parte di Anas di acquisire dai concessionari revocati eventuali progetti già elaborati. E lo potrà fare pagando il solo corrispettivo dei costi di progettazione e dei diritti sulle opere d’ingegno. L’aspetto più importante, come avevamo già ricordato, riguarda però le clausole risarcitorie.

Revoca concessione Autostrade

L’ultima versione del decreto inviata per la bollinatura scongiura la possibilità di un risarcimento in caso di revoca concessione Autostrade per inadempienza. Lo scudo legale del governo è rappresentato dall’articolo 176, comma 4, lettera a) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Il testo definitivo del “Milleproroghe” prevede la sua applicazione “anche in sostituzione delle eventuali clausole convenzionali, sostanziali e procedurali, difformi, anche se approvate per legge, da intendersi come nulle ai sensi dell’articolo 1419, secondo comma, codice civile, senza che possa operare, per effetto della presente disposizione, alcuna risoluzione di diritto. Inoltre, sempre ai sensi del citato articolo 176 del D.lgs. 50/2016, “l’efficacia del provvedimento di revoca, decadenza o risoluzione della concessione non è sottoposto alla condizione del pagamento da parte dell’amministrazione concedente”, di alcuna somma a titolo risarcitorio.

Revoca concessione Autostrade: si profila la battaglia legale

La decisione del governo Conte, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e dal suo capo politico Di Maio, non esclude però la possibilità di uno scontro legale con il concessionario. Atlantia, la società che controlla Autostrade per l’Italia è pronta a sostenere la battaglia legale per il risarcimento dovuto in caso di revoca anticipata della concessione. L’attuale concessionario è sicuro di poter dimostrare la non sussistenza dell’inadempienza. Il capitolo delle manutenzioni sarà quello su cui si consumerà lo scontro. Ma senza considerare gli aspetti legali introdotti dal Milleproroghe, dalla parte del governo c’è lo stillicidio di episodi che dimostrano l’inadeguatezza dell’attività di manutenzione. Ultimo delle serie il recentissimo crollo di calcinacci in una galleria della A26 avvenuto ieri, 30 dicembre 2019.

La posizione dei Benetton

Sulla vicenda vale la pena ricordare le dichiarazioni di Luciano Benetton, la cui famiglia detiene il 30% del pacchetto azionario di Atlantia. Benetton in una lettera inviata ai principali quotidiani lo scorso 1° dicembre lamentava l’ingiusto accostamento della sua famiglia alla gestione di Autostrade per l’Italia. “Trovo necessario – scriveva Benetton – fare chiarezza su un grande equivoco: nessun componente la famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. Le notizie di questi giorni su omessi controlli o falsi report ci colpiscono”.

“Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa e chiediamo serietà alle istituzioni”, aggiungeva il numero uno della famiglia di imprenditori. Poi però “scaricava” sul management di Atlantia la responsabilità delle inefficienze e della cattiva gestione. “Di sicuro ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avvallare la definizione di un management che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto”. Lettera, quella di Benetton, definita “surreale” da Luigi Di Maio ma che tuttavia contiene una chiara assunzione di responsabilità. >> I retroscena di UrbanPost

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