Ai legali dell’azienda non resta altro che aspettare le motivazioni della sentenza, per capire come procedere. La produzione di Richard Ginori iniziata nel lontano 1735 si era fermata l’1 agosto 2012, il ricorso per l’ammissione al concordato preventivo era stato depositato l’11 settembre successivo. 325 gli operai messi in cassa integrazione per 12 mesi.
Diversi acquirenti si sono dichiarati disposti a rilevare il gruppo: l’americana Lenox e la rumena Apulum da un lato, dall’altro hanno presentato offerte la piemontese Sambonet. I liquidatori avevano scelto a novembre di dare in affitto l’azienda, con diritto prelazione per l’acquisto, alla cordata rumeno-americana.
Non tutte le rappresentanze sindacali si sono trovate dello stesso pare dei liquidatori, scindere il marchio Richard Ginori dalla produzione, affidata alla Apulum, che tuttavia rimaneva a Sesto Fiorentino non è stata considerato un percorso positivo. Il Tribunale stesso aveva richiesto, nel mese di dicembre, sulla domanda di concordato preventivo delle integrazioni.
Stamattina la sentenza di fallimento. Come una tegola si è abbattuta sui lavoratori che aspettavano l’esito fuori dal Palazzo di Giustizia. Urla e lacrime tra gli operai, increduli sulla fine di un’azienda tanto rinomata, tanto amata in tutto il mondo.
Sembra che non ci sia molta speranza per un glorioso pezzo del nostro made in italy, che tanto orgoglio ci ha regalato.