La luce e l’oscurità hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella nostra vita, soprattutto per ciò che concerne la classificazione di quello che è giusto o sbagliato secondo la nostra morale. Uno studio pubblicato su Psychological Science e condotto all’Università del Kansas ha dimostrato che ricordare una nostra azione passata può farci percepire la luminosità di una stanza o di un oggetto in modi differenti.
Durante lo studio, 40 studenti volontari si sono sottoposti a un test per comprendere se il ricordo di un loro comportamento, morale o immorale, sia in grado di influenzare la percezione della luminosità. Durante l’esperimento, ad alcuni dei volontari è stato chiesto di ricordare e descrivere in ogni dettaglio un loro atto riconducibile a un’azione buona, mentre agli altri è stato chiesto di ricordare e descrivere un’azione cattiva o giudicata oggettivamente immorale. Subito dopo è stato loro chiesto di valutare la luminosità di una stanza descrivendola con un punteggio da 1 a 7. A un punteggio alto corrispondeva un’alta luminosità e viceversa.
Come avevano ipotizzato gli studiosi, i volontari che avevano descritto una loro buona azione passata, percepivano la stanza come molto luminosa con un punteggio medio di 5,3 mentre i volontari che in precedenza avevano ricordato e descritto un’azione giudicata oggettivamente immorale o cattiva, percepivano la stanza come meno luminosa, con un punteggio medio di 4,71. La conclusione alla quale sono giunti i ricercatori è che il ricordo di una nostra azione passata è in grado di influenzare la percezione della luminosità.
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