La novità più rilevante di questa settimana sulla riforma pensioni 2015 è rappresentata dall’accordo, trovato in Commissione Lavoro alla Camera dei deputati, per prorogare il sistema sperimentale dell’Opzione Donna che permette alle lavoratrici di uscire dal lavoro facoltativamente a 57 anni, ma con la pensione calcolata col solo sistema contributivo. Alla ripresa di settembre, questo provvedimento insieme alla settima salvaguardia per gli esodati dovrebbero diventare legge.
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Il sistema contributivo per le donne potrebbe essere allargato anche ad altre categorie di lavoratori con gli interventi di modifica della legge Fornero che verranno inseriti nella prossima manovra finanziaria di fine anno. Infatti, non sembrano esserci più dubbi sul fatto che, malgrado grandi ostacoli sul versante dei conti pubblici, il Governo presenterà alcune proposte di modifica al sistema previdenziale varato nel 2011 con la legge Fornero che presenta alcune rigidità che hanno bloccato il mercato del lavoro.
Il ministro Pier Carlo Padoan si è convinto ad intervenire, avviando una trattativa con l’Unione Europea che guarda con preoccupazione alla situazione economica italiana, ed è al lavoro su un credibile piano di riforma che presenta le adeguate coperture finanziarie. Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha proposto di introdurre il prestito previdenziale per dare la possibilità agli over 55 rimasti disoccupati, di uscire dal lavoro con un prepensionamento da restituire in piccole rate e senza interessi. Lo stesso ministro ha più volte ribadito che l’attuale sistema previdenziale contiene: “un elemento di rigidità strutturale che in fondo non è nemmeno utile. Nel nostro Paese ci sono persone che vorrebbero andare prima in pensione sapendo che questa scelta potrà richiedere loro un sacrificio”.