La riforma fiscale prevista nel contratto di Governo Conte si attuerà. Parola di Matteo Salvini, Ministro degli Interni, che oggi all’assemblea di Conferscenti ha sottolineato come: “Non vengo a vendere promesse, ma a parlare di quanto contenuto nel programma; ridurremo le tasse, non aumenteremo Iva e accise, ma avvieremo già nel 2018 la rivoluzione fiscale impostata sulla flat tax partendo dai redditi degli imprenditori per poi arrivare a quelli delle famiglie. E poi la lotta all’abusivismo commerciale”. Insomma, il leader della Lega e vicepremier sembra avere le idee chiare in tema riforma fiscale 2018. E la conferma arriva anche dal capogruppo alla Camera del Carroccio: “Il primo step della rivoluzione fiscale voluto dalla Lega è finalmente partito. Questa mattina è infatti stata presentata la nostra proposta di legge sulla Flat Tax che estende il regime minimo/forfettario del 15% per tutte le partite Iva fino ad un volume d’affari di 100mila”.
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Flat Tax 2018 novità: cosa sappiamo?
“Per le start-up, inoltre, l’aliquota prevista è del 5% per 3 anni estesa a 5 anni per gli under 35 e gli over 55 – spiega Molinari – . Il nostro obiettivo è da una parte estendere ad una platea più ampia possibile la semplificazione degli adempimenti contabili con un regime forfettario unico al 15% (o al 5%) e dall’altro sburocratizzare e facilitare la vita di imprese e professionisti”. “I contribuenti non dovranno adempiere ad obblighi di contabilità, studi di settore, spesometro. Unico adempimento la dichiarazione dei redditi. Il regime sarà opzionale. Dalle parole ai fatti – conclude il capogruppo della Lega alla Camera -: la flat tax è partita e piccole e medie imprese, liberi professionisti e start-up ne beneficeranno dando, di riflesso, un input positivo all’economia e all’occupazione”.
Come funziona la Flat Tax?
Il nuovo regime fiscale voluto fortemente da Lega e Movimento 5 Stelle, secondo i suoi sostenitori, garantirebbe “una maggiore equità fiscale a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese”. “La finalità – si legge nel contratto di governo – è quella di non arrecare alcun svantaggio alle classi a basso reddito, per le quali resta confermato il principio della ‘no tax area’, nonché in generale di non arrecare alcun trattamento fiscale penalizzante rispetto all’attuale regime fiscale”.