Cesare Damiano, uno dei protagonisti più impegnati ad incalzare il Governo sulla riforma della Legge Fornero, in un’intervista rilasciata a L’Unità ha preannunciato una riforma in due “fasi”, si comincerebbe a settembre prima della Legge di Stabilità, approvando lo sblocco del regime sperimentale Opzione Donna e la settima salvaguardia per altri 26mila esodati, due misure che non avrebbero bisogno di nuove coperture finanziarie. Mentre nella Legge di Stabilità si dovrebbe definire una più organica modifica delle rigidità imposte dalla riforma Fornero con l’introduzione di una maggiore flessibilità in uscita verso il pensionamento anticipato.
=> LEGGI TUTTO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI 2015
L’impegno di un intervento di riforma è stato più volte preannunciato dal premier Matteo Renzi e dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Ora i lavoratori prossimi al pensionamento aspettano febbrilmente di conoscere una sostanziale proposta per l’uscita flessibile di coloro che volontariamente si orienterebbero ad andare in pensione in anticipo anche in cambio di una decurtazione del proprio assegno pensionistico. Intanto dal 2016 la Legge Fornero prevede che i requisiti per andare in pensione aumentino di qualche mese, ma con il probabile arrivo di una maggiore flessibilità in uscita ciò non dovrebbe nuocere a quei lavoratori che sceglieranno il pensionamento anticipato.
Il governo Renzi ora dovrà decidere “come” permettere ai lavoratori interessati di cogliere l’opportunità di uscire prima dal lavoro con il pensionamento anticipato. Si fa strada l’ipotesi di un compromesso tra il sistema delle quote proposto dal democratico Cesare Damiano e il contributivo integrale proposto dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, prevedendo una soglia intorno a 62 anni di età e 35 anni di contributi ed una penalizzazione sull’assegno previdenziale del 3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 attualmente previsti.