Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è l’ultimo autorevole esponente del governo di Matteo Renzi che, in ordine di tempo, ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di mettere nella Legge di Stabilità alcune modifiche alla Legge Fornero in materia pensionistica, incentrata su una maggiore flessibilità. Sia il su vice ministro Enrico Morando che prima il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, hanno esplicitamente detto che saranno varate misure che non gravino sulle casse dello Stato: “Affronteremo il tema in Legge di Stabilità. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la maggiore flessibilità e le compatibilità di finanza pubblica. Non possiamo costruire altro debito”.
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Secondo l’intervista rilasciata dall’ex ministro Tiziano Treu al sito Il Sussidiario.net il sistema della quote con una penalizzazione del 2% annuo e una fascia di età che parte dai 62 anni, proposto da Cesare Damiano, andrebbe a costare tra gli 8 e i 10 miliardi, per cui per non rinunciare alla flessibilità bisogna avere decurtazioni dei trattamenti pensionistici più alte. Quindi Treu conferma il suo parere favorevole alle modifiche della Legge Fornero considerata troppo rigida, ma occorre guardare attentamente agli equilibri di finanza pubblica.
La logica delle soglie fisse contenute nella legge Fornero ha creato notevoli difficoltà sia ai lavoratori che alle imprese determinando un sostanziale blocco nel sistema produttivo, ora occorre una riforma che con una maggiore flessibilità incentivi l’uscita dal lavoro dei lavoratori più anziani e favorisca l’assunzione di manodopera più giovane. L’ex ministro Treu richiama il regime Opzione Donna che determina una penalizzazione intorno al 4% per ogni anno di anticipo con il calcolo contributivo del trattamento previdenziale. Si dice favorevole al “prestito ponte” proposto dal ministro Enrico Giovannini e ripreso dal suo attuale successore Giuliano Poletti, sia pure con una restituzione diluita nel tempo e un limitato intervento dello Stato. L’attuale componente del Cnel ripropone il part time come avviene in Francia, con metà retribuzione e metà pensione.