La decisone del governo di Matteo Renzi di rinviare la maggiore flessibilità in uscita per il pensionamento anticipato al 2016, senza inserirla nella Legge di Stabilità appena varata, ha suscitato le critiche di tanta parte dello schieramento politico e sindacale. La minoranza del partito del premier avendo appreso che la maggiore flessibilItà si potrà ottenere solo in tempi più lunghi chiede a Matteo Renzi rassicurazioni e certezze sia sulla tempistica che sulle soluzioni, già durante la discussione che impegnerà le Camere, nei prossimi mesi, per l’approvazione della manovra finanziaria.
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Le forze politiche e sindacali si stanno attivando per ottenere miglioramenti a partire dalle tre misure previdenziali che sono state già inserite nella Legge di Stabilità, come il part-time per i lavoratori over 63, come forma attiva di accompagnamento alla pensione, l’estensione dell’Opzione Donna e la settima salvaguardia per gli esodati oltre che un “condizionato” allargamento della no tax area.
Queste misure sono considerate da molti, limitate e insufficienti per superare le rigidità della “odiata” legge Fornero. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, insieme ai gruppi politici rappresentati potrebbe offrire uno sbocco alla delusione di tanta parte dei lavoratori attivandosi per una legge delega vincolante per il Governo sulla questione della maggiore flessibilità. Insistendo sulla proposta del pensionamento anticipato a 62 anni di età con 35 anni di contributi, magari ragionando sul tipo di penalizzazioni da applicare per gli anni di anticipo.