Mio caro caffè, ma quanto mi costi? E’ la domanda che presto si porranno gli assidui consumatori del tanto amato espresso, perché la crisi si fa sentire inesorabilmente e presto anche il costo di una tazzina di caffè subirà una stangata.
A partire da dicembre, gli esercenti di Genova saranno i primi ad imporre l’aumento e a seguire tutte le altre città d’Italia. Si stima che il caffè arriverà a costare 1,20 Euro e il cappuccino 1,60. I rappresentanti di Fiepet Confesercenti e Fepag Ascom spiegano, quasi a volersi giustificare, che si tratta di “Una decisione sofferta, che non poteva più essere rimandata”. E’ colpa dell’impennata delle tasse comunali, Tares in primis – spiegano – che, insieme con gli affitti sempre più cari, sta azzerando entrate e profitti dei bar del capoluogo ligure. E il caso di Genova non è certo l’unico.
Secondo quanto afferma il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani, le nuove tasse sui rifiuti hanno messo in ginocchio i gestori dei pubblici esercizi, in particolar modo quelli operativi solo stagionalmente: “Quello che dicono i colleghi di Genova circa il peso della fiscalità locale è senza dubbio condivisibile. Bar e ristoranti vengono considerati grandi produttori di rifiuti, spesso, però, senza tenere presente alcuni elementi fondamentali, quali la durata delle attività […] in alcuni casi, l’aumento dell’imposizione con l’introduzione delle nuove tasse locali, a cominciare dalla Tares, ha raggiunto il 400% rispetto al livello di tassazione precedente. Nel 2012 la contrazione dei consumi ha toccato il -2,4%, che per il settore ha significato una flessione dei ricavi di 1,7 miliardi.” Alla luce di una tal situazione, essendo difficile nel comparto bar diminuire i costi (anche perché sono nella maggior parte fissi), si è optato per l’aumento dei ricavi, pur di sopravvivere alla crisi.