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Roberta Ragusa, Antonio Logli non demorde: testimoni raccontano episodio inquietante

Scomparsa Roberta Ragusa: Antonio Logli si prepara al verdetto della Corte di Cassazione – la cui udienza è fissata per il prossimo 10 luglio – e, sebbene condannato in primo e secondo grado a 20 anni di reclusione, continua a professarsi innocente, completamente estraneo ai fatti, e portato a credere che quello della moglie sia stato un allontanamento volontario. Una possibile fuga d’amore con un altro uomo. Mai trovato il corpo della donna: elemento questo che induce la difesa dell’imputato a sostenere l’assenza della prova dell’omicidio di cui invece i giudici dell’Appello si sono detti convinti.

ROBERTA RAGUSA figlio

Omicidio volontario e distruzione di cadavere, queste le gravi accuse contestate al marito della donna scomparsa la notte a cavallo fra il 13 e 14 gennaio 2014 da Gello di San Giuliano Terme (Pisa). “Il fatto che alcuni testimoni abbiano escluso questa possibilità di una relazione extraconiugale di Roberta Ragusa non vale a fornire la prova certa della sua inesistenza. L’affermazione al riguardo del giudice è poi contraddetta da specifiche evidenze istruttorie di cui lo stesso, con conseguente travisamento probatorio, non tiene conto alcuno”, così i difensori di Logli che portano avanti al tesi secondo la quale la donna sarebbe andata via di casa con un presunto amante. Come riporta il settimanale Giallo, la difesa dell’uomo punta su questa tesi sebbene non sia surrogata da alcun elemento oggettivo. Vi sarebbe una serie di indizi – a detta degli avvocati di Logli – di cui la Corte non avrebbe voluto tenere conto. Elementi che avallerebbero siffatta pista. A supporto di ciò le testimonianze rilasciate da due vicini di casa poco dopo la scomparsa di Roberta. I due teste, sentiti a sommarie informazioni all’epoca dei fatti, riferirono di chiacchiere di paese secondo cui già mesi prima dalla scomparsa, Roberta Ragusa si sarebbe allontanata volontariamente di casa con l’amante per alcuni giorni.

antonio logli figlia

Per i giudici è invece “illogico pensare ad un allontanamento volontario”. Il movente che avrebbe spinto Logli ad uccidere la moglie, secondo la ricostruzione, sarebbe di natura economica. L’uomo avrebbe temuto di cadere in rovina a seguito di una possibile separazione dalla moglie, comproprietaria dei loro immobili. “La coppia Logli-Ragusa”, infatti, “versava da tempo in irreversibile stato di crisi matrimoniale a causa della protratta relazione del marito con Sara Calzolaio”. L’inevitabile divorzio dalla moglie, avrebbe comportato per Logli la perdita della scuola guida in proprietà con Roberta e la loro abitazione, di proprietà dei genitori di Roberta.

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