Caso Roberta Ragusa news: Quarto Grado, che da diverse settimane sta dando largo spazio alla difesa di Antonio Logli – unico indagato e condannato in primo e secondo grado a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere – nella puntata andata in onda venerdì 5 aprile ha approfondito un aspetto particolare della vicenda, relativo agli spostamenti di Logli nei minuti in cui la moglie era ufficialmente scomparsa.
Roberta Ragusa:Â non solo Loris Gozi, altri due testimoni incastrano Antonio Logli
Era la mattina del 14 gennaio 2012 e lui compì diversi spostamenti. C’è un giallo ad oggi ancora irrisolto: l’uomo andò o no alla Geste (azienda presso la quale al tempo lavorava) sebbene fosse in ferie? Lui, intervistato di recente dal programma di Mediaset, asserisce di non ricordare di esserci andato perché non avrebbe avuto ragione di cercare lì la moglie, che “alla Geste non c’era mai andata”; due operai sentiti all’epoca dei fatti dalla magistratura inquirente riferirono invece di averlo visto e di essersi stupiti della sua presenza al lavoro, alle 7 del mattino, in quanto sapevano che fosse in ferie. Un “anomalo comportamento”, il suo, a detta dei testimoni, i cui racconti collimano perfettamente dal punto di vista cronologico. Il primo testimone disse infatti di avere scorto Logli tra le 7:30 e le 7:50, mentre si aggirava in azienda senza un apparente motivo. Il secondo operaio riferì al magistrato di avere visto il marito di Roberta Ragusa in un orario che gli inquirenti fissarono alle 7:42. E’ tutto agli atti: “Sabato 14 gennaio, alle ore 7:30/7:35 del mattino vidi Antonio Logli alla sede della Geste, lo vidi arrivare con la sua Ford Escort ed entrare nell’ufficio del capo del servizio dell’epoca. Dopo pochi minuti vidi lo stesso Logli ripartire con la macchina e andarsene”.
Antonio Logli: il giallo del passaggio alla Geste
Antonio Logli invece racconta che “a quell’ora” si trovava a casa, in compagnia di sua madre, e organizzava i primi spostamenti in zona per cercare Roberta. Circostanza, questa, confermata dalla donna. Valdemaro Logli, padre di Antonio, disse di avere accompagnato il nipote a scuola alle 7:30 e di avere lasciato moglie e figlio insieme. Davvero Logli si recò alla Geste (distante 6 km da casa sua) per poi rincasare in tutta fretta in così breve tempo? E, ammesso che ciò sia vero, cosa andò a fare lì? Interrogativi rimasti senza una risposta. Certo è che alle 8 l’uomo si trovava nella propria abitazione perché usò il cellulare e agganciò una cella telefonica che lo geolocalizzò a casa. Interpellati dalla inviata di Quarto Grado, i due testimoni oggi non si dicono più sicuri di avere visto Logli alla Geste la mattina in cui scomparve la moglie: “Io mi ricordo di averlo visto, lo avevo dichiarato … di solito siamo in 20/25 persone sul lavoro, ma solo in due lo abbiamo visto, quindi anche se ero convinto non sono più tanto sicuro”. Il 10 luglio prossimo arriverà la decisione della Corte di Cassazione in merito al ricorso fatto dalla difesa contro la condanna in Appello a 20 anni di reclusione. Per Logli potrebbero aprirsi le porte del carcere.