Intervistato da Urbanpost, l’attore Roberto Farnesi ha risposto ad alcune domande riguardanti “Infernet”, il film di Michele Calì che sarà presentato giovedì 4 settembre all’interno della cornice della 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una pellicola importante per Farnesi, che di “Infernet” ha scritto il soggetto insieme a Marcello Iappelli, oltre al fatto che prenderà parte alle riprese nel marzo 2015. Tema del film è la dipendenza da Internet e gli usi distorti di questo potente mezzo, con il quale Roberto Farnesi ammette di non avere particolare dimestichezza. In esclusiva per i lettori di Urbanpost, le considerazioni dell’attore in merito a “Infernet” e non solo…
Di Infernet conosciamo al momento genere e temi. Potrebbe anticiparci in breve qualcosa riguardo la trama?
“La trama è un bel intreccio narrativo, tutti i personaggi si incontrano e si incrociano e alla fine vengono poi riuniti in una carrellata finale che poi spiega tutto l’intreccio narrativo del film. Pur non essendo un tecnologico, l’idea mi venne pensando al dualismo, ovviamente alla grandissima opportunità che rappresenta Internet ma anche al lato oscuro della rete. Cyberbullismo, pedofilia, adescamento, prostituzione, gioco d’azzardo, vera pornografia, che non è solo quella di Rocco Siffredi ma anche quella che stiamo vedendo in questi giorni di decapitazioni in Medio Oriente, visibili online anche dai minori, è quella la vera pornografia pesante. C’è indubbiamente un lato nero di questo mezzo, un mezzo comunque straordinario”.
Come nasce l’idea di “Infernet”?
“Innanzitutto sono anti-tecnologico, sono un soggetto insospettabile per scrivere di un soggetto del genere. L’ho scritto con un amico nel 2008, ben prima che uscisse ‘Disconnect’ nel 2013. Quindi, per quanto la tematica sia la stessa, siamo arrivati prima noi. Io e il mio amico nel 2008 abbiamo però depositato questo progetto in un cassetto. Successivamente sono stato contattato dalla Polizia Postale per un evento chiamato “Una vita da social”, che toccava 30 città italiane, tra cui Pisa. In questa occasione ho visto ‘Disconnect’ e ho pensato: ‘La mia è una storia tutta italiana, perché non proporla?'”.
Qual è il messaggio principale che si vuole lasciare passare?
“Senza voler demonizzare come si intuisce dal titolo, ho voluto raccontare, sempre in modo romanzato, e denunciare quello che vediamo ogni giorno nei fatti di cronaca, ormai a livello quotidiano”.
Riguardo la dipendenza dal web, qual è il suo rapporto abituale con Internet?
“Sono un po’ vecchia generazione, non ho il computer, avevo l’iPad, me l’hanno rubato due volte e c’ho rinunciato pure lì. Però mi rendo conto che è ormai un mondo che non potrebbe essere privato di questo mezzo straordinario, sebbene sia un mezzo di difficile controllo e con un mondo sommerso dentro. Infernet rende bene questo concetto, è un titolo eccezionale”.
Una chicca per i nostri lettori. Ultimamente i fans sono impazziti sui social network di fronte alle prime immagini del set de “Le tre rose di Eva 3“, può anticiparci qualcosa riguardo il personaggio di Alessandro Monforte nella terza stagione?
“Stiamo girando la terza serie, abbiamo iniziato da due settimane. Non posso dire nulla, altrimenti i produttori mi licenziano, però posso dire che ho proposto un ruolo in “Infernet” proprio a Luca Capuano, mio amico [si tratta dell’attore che interpreta Edoardo Monforte nella fiction “Le tre rose di Eva 3“], e lui ha accettato. Sono contento che sia dentro anche lui”.