Questa sera, martedì 18 giugno 2019, su Canale 5, andrà in onda alle 21,30 La scuola più bella del mondo, commedia del 2014, diretta da Luca Miniero, che vanta tra i protagonisti Rocco Papaleo, attore, sceneggiatore e regista italiano, classe 1958.
Rocco Papaleo malattia: «Fin da bambino sono miope, tanto miope: non ho ricordi molto nitidi del mondo…»
Nel corso di un’intervista rilasciata ad “Ok Salute”, Rocco Papaleo ha confidato la sua malattia imbarazzante. Per la prima volta questi ha svelato di essere quasi cieco: «Fin da bambino sono miope, tanto miope: non ho ricordi molto nitidi del mondo…», ha affermato Rocco Papaleo, che ha poi aggiunto con simpatia: «Credo di avere ereditato la miopia da mio padre: lui era alto, con meravigliosi occhi azzurri, io invece sono basso con gli occhi verde marcio e molto più miope di lui!». La miopia non gli ha impedito però di coltivare le sue aspirazioni, anzi è servita a fargli da stimolo: «Al di là dell’ironia, non vederci bene è stata una grossa opportunità: mi ha permesso di sviluppare uno sguardo diverso, di usare l’immaginazione, di esprimermi con la poesia. (…) Alla miopia devo molto, anche se nel mio caso è davvero accentuata!».
Rocco Papaleo malattia: «Mi mancano nove diottrie all’occhio destro e undici al sinistro, e per non farmi mancare niente sono anche presbite e un po’ astigmatico!»
Una malattia con cui Rocco Papaleo fa i conti ancora oggi: «Nonostante gli occhiali, non riesco a mettere a fuoco distintamente gli oggetti lontani: mi mancano nove diottrie all’occhio destro e undici al sinistro, e per non farmi mancare niente sono anche presbite e un po’ astigmatico. Da bambino dovevo incollarmi al televisore per riuscire a seguire un programma, e in prima elementare alla lavagna non vedevo niente. I miei genitori capirono che era necessaria una visita oculistica e da allora non mi sono più tolto le lenti: al tempo mi mancavano tre diottrie all’occhio destro e cinque al sinistro, con la crescita la situazione è peggiorata. Per i compagni ero quattrocchi, ma nonostante le limitazioni e le prese in giro, non ho avuto veri complessi per questo motivo!». Da ragazzini è facile essere presi in giro per cose come occhiali o apparecchio per denti, ma Papaleo non si è dato per vinto. Ovviamente qualche difficoltà c’è stata, ma chi non ha dovuto faticare nella vita? «Non vederci bene ha sviluppato la mia fantasia. Certo, qualche problema nasceva quando giocavo a pallone: da ragazzo ero un grande appassionato di calcio. Ovviamente giocavo senza occhiali e finché le partite erano soltanto di giorno riuscivo a cavarmela. Ma quando si è cominciato a giocare in notturna, non vedevo quasi niente e ho dovuto lasciar perdere. La mia immaginazione, dicevo, mi ha permesso di sviluppare uno sguardo diverso sul mondo. Fin da piccolo ho usato gli occhiali della fantasia per supplire al mio difetto: spesso mi divertivo a inventare storie plausibili e, non potendo inquadrare perfettamente la realtà, la ricostruivo con particolari dettati dalla mia mente. Ogni volta che non mettevo a fuoco poteva trasformarsi come la fantasia mi suggeriva! Ma non basta: la miopia mi ha spinto a guardarmi dentro e a ragionare!».
Rocco Papaleo malattia: «Sarebbe bello svegliarsi una mattina e, come d’incanto, riuscire a vedere tutto perfettamente!»
In conclusione? «Sono convinto che ogni difetto possa trasformarsi in un punto di forza. È illusorio cercare la perfezione, non è quella che arricchisce: la profondità di un sentimento si misura dalla capacità di accettare e amare anche i lati meno belli dell’altro!», ha dichiarato nel corso dell’intervista Rocco Papaleo, che oggi usa anche le lenti a contatto: «Ai tempi dell’università non esistevano e le lenti rigide non facevano per me: non riuscivo a sopportarle a lungo e dopo averle tenute per venti ore in fila, una volta, ho avuto una specie di rigetto. Da allora, mai più. Anche d’inverno porto spesso gli occhiali scuri per proteggere gli occhi dalla luce, che per me risulta troppo intensa, in particolare al mattino. Il problema è che sono molto distratto e ho sempre la testa impegnata in mille pensieri, e a volte non li trovo più, gli occhiali. Ma ho un mio trucco infallibile: ne tengo sempre un paio di riserva in un posto fisso, che conosco solo io e che posso raggiungere anche alla cieca!». L’idea di un intervento? Papaleo l’ha messa in conto, ma qualcosa lo frena: «Gli occhiali sono ormai un’appendice importante per me, e mi capita anche di giocarci. Alla mia parte imperfetta devo la visione poetica del mondo che mi ha fatto crescere come persona e diventare un musicista, un artista. Certo, però, sarebbe bello svegliarsi una mattina e, come d’incanto, riuscire a vedere tutto perfettamente! Sarebbe una sensazione nuova e chissà come interverrebbe, a quel punto, la mia fantasia!».