Duro colpo alle piazze di spaccio della capitale: Roma operazione antidroga Grande Raccordo Criminale: l’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia della capitale ha permesso di sgominare un’organizzazione in grado di rifornire di sostanze stupefacenti l’intera città. Non solo, l’associazione era provvista perfino di un gruppo di picchiatori incaricati di recuperare i soldi da chi non saldava i debiti. Al termine dell’indagine della Guardia di finanza sono state emesse 51 misure cautelari da parte del Gip.
Roma operazione antidroga Grande Raccordo Criminale: estorsioni, pestaggi e violenze per il recupero crediti
Oltre 400 i finanzieri impegnati nell’operazione antidroga che ha portato agli arresti tra il Lazio, la Calabria e la Sicilia. Secondo quanto emerso dalle indagini, i narcotrafficanti erano in grado di rifornire la maggior parte delle piazze di spaccio capitoline, con una diffusa capillarità in diversi quartieri di Roma. Tra essi anche i picchiatori, il cui compito specifico era quello di recuperare i crediti dovuti per l’acquisto della droga. Per raggiungere l’obiettivo non esitavano a mettere in pratica estorsioni, pestaggi e violenze. La Direzione distrettuale antimafia di Roma ha dunque disposto l’emissione di 51 provvedimenti cautelari, di cui 50 in carcere e uno agli arresti domiciliari. Alcuni arresti sono stati operati anche in Calabria, segnale dei collegamenti della rete di spacciatori con i trafficanti della ‘ndrangheta.
Anche “Diabolik” tra gli indagati, secondo gli inquirenti era a capo dell’organizzazione
A capo dell’organizzazione c’erano Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, storico capo degli Irriducibili, ucciso il 7 agosto scorso con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti a Roma e Fabrizio Fabietti. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato all’operazione ‘Grande Raccordo Criminale’ culminata oggi con 51 arresti. Diabolik poteva contare su amicizie tra cui quella di Michele Senese. Il gruppo operava principalmente nella zona di Roma Nord per fornire le piazze di spaccio e recupero credito. Nell’organizzazione erano presenti per quest’ultimo aspetto picchiatori, anche ex pugili, tra cui cittadini albanesi. Fabietti si colloca, invece, sulla scena criminale come broker del narcotraffico capitolino, dotato di qualificate relazioni sia sul fronte degli approvvigionamenti di droga, risultando in affari con
soggetti contigui a organizzazioni di matrice mafiosa, la cosca di ‘ndrangheta Bellocco, con i fratelli Emanuele e Leopoldo Cosentino, entrambi destinatari del provvedimento cautelare, sia rispetto a un nutrito ”portafoglio clienti”.