Caso Sarah Scazzi: Franca Leosini, regina della cronaca nera, intervistata a Fq Millennium da Peter Gomez, tra i veri temi trattati è tornata sul delitto di Avetrana, cui dedicò diverse puntate del suo celebre programma “Storie maledette”. A proposito della sua abilità nel gestire le interviste, ha detto di non avere mai avuto paura di un suo interlocutore/assassino: “Mai. C’è però stato un momento nel quale il protagonista della puntata ‘Aprite quella tomba’, nel corso dell’intervista, ha fatto un salto e ha tentato di aggredirmi mettendomi le mani al collo. Voleva strozzarmi. Gli ho fatto una domanda scomoda e lui non l’ha sopportata. Mi saltò proprio addosso. Io rimasi impassibile. Purtroppo il regista di allora, sbagliando, staccò e invece avrebbe dovuto continuare a registrare …”.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano non meritavano l’ergastolo?
Sul caso Sarah Scazzi, a proposito delle interviste a Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri, la giornalista ha pronunciato parole inequivocabili: “Per dare l’ergastolo devono esserci la premeditazione e il vilipendio del corpo”. “Intanto le sentenze si rispettano e io non dò mai giudizi e non faccio capire quello che penso, direi riuscendoci. Nel delitto Scazzi, Sabrina Misseri e Cosima Serrano si sono sempre professate innocenti anche se condannate all’ergastolo dopo tre gradi di giudizio. Uccidere quella povera creaturina di Sarah sarebbe stato delitto d’impeto, forse preterintenzionale, e manca il vilipendio del corpo perché la vittima è stata inabissata in un buco da Michele Misseri. Mancano quindi i due presupposti per l’ergastolo”.
Salvatore Parolisi: i dubbi di Franca Leosini
La Leosini ha detto la sua anche sul caso Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea: “Lui si è sempre professato innocente e in primo grado con il rito abbreviato (che ti permette di evitare l’ergastolo) ha avuto trent’anni; in secondo grado diciotto perché gli è stata tolta l’aggravante della crudeltà . E’ una questione di parametri. Dobbiamo alla magistratura tanto, anzi tutto. I magistrati fanno anche una vita pericolosa, ma il libero convincimento dei giudici mi lascia perplessa, crea interrogativi ai quali non so dare risposte”.