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Salerno pensa alle Luci d’Artista dimenticando tutto il resto

20/12/2012 17:35 - Aggiornamento 21/12/2012 17:46

Da qualche anno a questa parte, “Luci D’Artista” è diventato un appuntamento fisso nel cartellone degli eventi salernitani. Un evento che riesce a richiamare nella seconda città della Campania un numero di visitatori impressionante, ampiamente superiore a quello dei turisti estivi.

Un vanto per Vincenzo De Luca, il sindaco sceriffo, che ogni anno con la sua Giunta investe centinaia di migliaia d’euro per trasformare la città in uno spettacolo di luci. Ne va fiero Vincenzo, il ribelle del Partito Democratico, quasi più dei dati relativi alla raccolta differenziata che, un paio di anni fa, l’hanno reso celebre in tutta Italia.

Una vetrina per Salerno? Indubbiamente. Un eccellente biglietto da visita? Certo. Ma poi? Una decina di week end infuocati, soprattutto per il traffico e per i residenti, poi è tutto finito. A festeggiare sono solo ed esclusivamente i commercianti, che nei giorni di massima affluenza fanno registrare incassi da capogiro.

Poi, però, volendo riprendere un proverbio locale, come in tutte le fiere di paese, “passato il Santo, passata la festa”. Ed i problemi restano. Chi vede Salerno in questi giorni – è vero – resta a bocca aperta. Ma arriva dalle vicine Napoli ed Avellino, qualcuno anche da Caserta e Benevento. Un visitatore mordi e fuggi: una passeggiata, qualche fotografia, al massimo una pizza (se c’è posto) ed i soldi del parcheggio. Questo non è turismo.

Senza contare che l’effetto delle “Luci d’Artista” rischia effettivamente di “accecare”, distraendo cioè l’attenzione della popolazione da quelli che sono i reali problemi della città. Una città in cui non funziona l’aeroporto, mentre la società di trasporti pubblici locali è fallita. L’ultima classifica per la vivibilità stilata dal Sole24Ore, infine, ha relegato Salerno al 97esimo posto (su 107 capoluoghi di provincia). Due gradini più giù rispetto allo scorso anno, sopravanzata dalle meno turistiche Avellino e Benevento.

Probabilmente, prima di concentrarsi su giochi di luci e di prestigio, andrebbero risolti i problemi (quelli reali) di una città che convive perennemente con quella voglia di rivalsa, di autonomia e quasi di superiorità nei confronti della vicina (e odiata) Napoli.

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