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Santanchè: «Da Fioramonti violenza inaudita su di me. Dimissioni immediate!»

03/10/2019 13:16 - Aggiornamento 03/10/2019 13:22

Bufera sul Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti per via di alcuni insulti scritti sui social nel 2013, che sono stati pubblicati su “Il Giornale”. Nei messaggi resi noti Daniela Santanché diventava un bersaglio per la sua fedeltà di allora al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e per il suo aspetto fisico. Invettive anche contro Giuliano Ferrara, all’epoca direttore del “Foglio”, e contro le Forze dell’Ordine. Ma cerchiamo di ricostruire quanto accaduto.

Fioramonti e i commenti sui social pubblicati da “Il Giornale”

“Il Giornale” ha ripescato dall’oblio alcuni commenti di Fioramonti risalenti al 2013, quando questi era ufficialmente un “cervello in fuga”, vale a dire Professore associato di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sud Africa, ateneo presso il quale dirigeva il Centro per lo studio dell’innovazione della governance. «La marcia trionfale dell’imperatore della sfiga. Altro che uomo di successo: Berlusconi porta sfiga all’Italia… Per il bene di tutti… Il Potere iettatore di Berlusconi Nano», «Giuliano Ferrara, un’altra me… con i denti separati, uno schifoso, che solo in Italia può passare come intellettuale», «Santanchè? Demente bugiarda e venduta», sono alcuni dei post choc pubblicati dal giornale di Sallusti.

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E ancora all’indomani della visione del film Diaz sui fatti del G8 di Genova, Fioramonti scriveva su Facebook: «Bellissimo, andrebbe fatto vedere in tutte le scuole il giorno della Liberazione, il 25 aprile. A quel G8 c’ero anch’io. Avevo 24 anni. Ora ne ho 36 (è nato nel 1977) ed il paese è sempre lì. Incapace di fare i conti con il suo passato, tanto meno con il presente. Berlusconi era capo del governo e difese le forze dell’ordine a spada tratta. Il Parlamento, di cui molti membri siedono ancora lì, si è rifiutato sistematicamente di costituire una commissione d’inchiesta». Poi la stoccata alle Forze dell’Ordine: «La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini». Post che forse non sono stati cancellati per ingenuità o dimenticanza dal ministro dell’Istruzione. Uno scossone, che arriva proprio mentre questi veniva lodato per il suo operato da alcuni giornali come “Il Fatto quotidiano”.

La replica di Daniel Santanchè: «Questa persona si deve dimettere, non può essere un ministro della Repubblica!»

Immediata la replica di Daniela Santanchè che si è sfogata su “Adnkronos”: «Dimissioni immediate. E’ una violenza nei miei confronti inaudita e mi auguro che tutte le donne, non solo di destra ma soprattuto del Pd e del Movimento 5 Stelle facciano sentire forte e chiara la loro voce. Chiamerò il presidente del Consiglio e vedremo se farà qualcosa!». La senatrice di Fratelli di Italia ha proseguito: «Sono basita. Questa persona non può fare il ministro e spero proprio che tutte le donne reagiscano. Questa persona si deve dimettere, non può essere un ministro della Repubblica, questa persona è anche il mio ministro. Mi auguro che adesso le donne del Pd, le donne del M5S, tutte le donne chiedano le dimissioni: non Daniela Santanchè ma tutte le donne!». Con asprezza la 58enne di Cuneo ha chiosato: «Lo dico anche da madre, non dobbiamo avere questi cattivi maestri, ma che esempio diamo in questo modo: un ministro dell’istruzione che esempio dà? Non può stare lì. Si deve solo che sciacquare la bocca, io sono una donna che lavora 18 ore al giorno e non si deve permettere, mi auguro veramente che tutte le donne reagiscano e chiedano le sue dimissioni. Ora voglio chiamare il presidente del Consiglio e vedremo che succederà!». 

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