Sartoria 33 quando il cocktail è veramente su misura. In via Cavour, nel centro storico di Massa, un cocktail bar sartoriale che negli arredi e nello stile richiama una merceria degli anni ’50. Da qui il nome sartoria e quindi l’idea di realizzare “cocktail su misura”.
Infatti il logo è una macchina da cucire e lo slogan che lo accompagna si racconta nella frase “cocktails made by bartailors”. E’ il progetto di Tommaso Blandi e di Marco Macelloni del locale Franklin ‘33, noto ed apprezzato american bar di Lucca. Sartoria 33 è un progetto sartoriale dedicato all’arte della miscelazione; creare drink ad hoc sul cliente portando il consumatore al centro di un’esperienza di gusto tutta nuova.
Ciao Marco, ci racconti come nasce Sartoria 33?
«Sartoria 33 nasce da un idea comune mia e del mio socio Tommaso Blandi. Reduci dall’esperienza dell’ormai conosciuto Franklin ‘33 in centro a Lucca volevamo creare un locale dove l’attenzione al cliente fosse la parte fondamentale di tutto il progetto.
Il nome Sartoria 33 nasce perché volevamo ricreare un ambiente semplice come quello delle botteghe di una volta, e il sarto, come il barman è un lavoro umile a contatto con il pubblico. 33 e il numero che ci portiamo dietro da Lucca e che speriamo ci porti bene. Diciamo che lo riteniamo un po’ il nostro marchio di fabbrica».
Come si realizza un “cocktail su misura”?
«Come per l’appunto il sarto confeziona abiti tailormade, noi proviamo a confezionare i drink su misura. La drink list è solo un inizio da dove iniziare il percorso del bere. Con poche domande del nostro staff, pochi ingredienti nel bicchiere, proviamo a personalizzare, per l’appunto su misura, anche i drink più classici».
Quale è la filosofia di Sartoria 33?
«Sartoria 33 si porta dietro dal Franklin: è la semplicità. “Less is more”, il nostro motto…
Quindi 3/4 gli ingredienti per ogni drink. Non vogliamo nascondere niente che non sia percepibile anche al palato meno allenato. Non vogliamo educare nessuno (non siamo maestri, siamo barman); vogliamo solo indirizzare il nostro cliente a un nuovo modo di bere miscelato; più semplice e più comprensibile».
“Bartailors”, una nuova figura?
«No, è un nome buffo che abbiamo voluto darci noi. È semplicemente un nome come può essere barista, barman o bartender. Ci piaceva questa mescolanza di mestieri tra barman e sarto, e il nome è venuto in automatico».
Avete dei signature drink?
«Uno dei signature di Sartoria 33 è sicuramente il “Negroni del Sarto” realizzato con Gin, Vermut rosso e un bitter mix di nostra produzione che lo rende molto amabile anche a palati che non bevono Negroni.
L’altro è il “Needel Aviation”; non è altro che un twist di un classicissimo Aviation ma con Rosolio di rose al posto del Maraschino.
Come detto precedentemente, cerchiamo di fare cose con la massima semplicità possibile».
Hai un cocktail bar preferito su Firenze? E un locale in Toscana dove ti piace andare?
«Per non fare dispetto a nessuno, non ne nomino nessuno (e sorride). Conosco tanti locali su Firenze e tutti fanno un ottimo lavoro.
In Toscana non giro molto locali ma se proprio devo scegliere, ti dico la Taverna Gargantua a Pistoia. Un posto tranquillo dove si mangia e si beve veramente bene e dove non ci si prende mai troppo sul serio».