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Scarpe rosse per dire “no” alla violenza contro le donne

Scarpe rosse per dire “no” alla violenza: è questo il messaggio della mostra fotografica che ha inaugurato oggi 25 novembre 2013, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al Cinti Store di Bologna.

Elena Galbusera, addetta all’ufficio stampa del brand e tra gli organizzatori dell’evento, è felice e orgogliosa di introdurmi in questo mondo fatto di scarpe rosse, riprodotte anche nei gadget dei raffinati portachiavi e sugli squisiti bignè.

bignè mostra Cinti scarpette rosse

Ma in questa occasione i tacchi vertiginosi e i confetti rossi parlano tutt’altro che di frivolezze: “WearRedShoesAgainstFemicide” è il titolo del progetto pensato per fare incontrare moda e solidarietà, grazie alla collaborazione eccezionale nata tra il brand di calzature e il web magazine Proud Project.

Tre le artiste che sono state scelte per rappresentare altrettanti mondi e visioni al femminile attraverso la macchina fotografica.

manifesto mostra Cinti 2013

Un grido per dire “no” al femminicidio e a ogni sorta di violenza di genere, ma anche e soprattutto un grido di speranza per ritrovare la forza di rialzarsi, così come sembra sottolineare il “manifesto” del progetto, l’opera “When I lost my wings” della fotografa di moda Silvia Pasquetto.

Una scarpa rossa, elegantemente appoggiata su una schiena ricurva, rappresenta una sorta di ala spezzata a cui l’artista, però, vorrebbe conferire il potere di rimettersi a volare. Violenza ma anche denuncia, disperazione ma anche forza per trovare il coraggio di rialzarsi.

Nel secondo progetto fotografico l’artista ha voluto invece rappresentare una donna qualsiasi – “I’m every woman”, è il titolo – attraverso una sequenza di immagini dove le scarpe rosse attraggono lo sguardo dello spettatore mentre i volti e i corpi delle donne perdono le loro identità singole, in una sorta di processo di “spersonalizzazione” che li fa assurgere ad icone della Storia di tutte le donne.

mostra Cinti scarpe rosse contro violenza 2013

Gli scatti di Valeria Farinella – ventiquattrenne diplomata allo IED di Milano – vedono protagonista una modella dall’aspetto innocente, quasi puberale. Un processo di maturazione, dove anche la tecnica fotografica – in un passaggio progressivo dal fermo al mosso – sembra assecondare questo percorso che va dall’innocenza alla violenza, fino a culminare nel bel ritratto dalle labbra vermiglie simbolo di sensualità. È lei a regalarci l’unico bianco e nero della mostra, pieno di fierezza e femminilità anche senza il tocco rouge.

Per finire, “Le ninfe dei boschi” della giovanissima Noemi Trazzi ci catapultano in un mondo onirico e fantastico, dove collage di illustrazioni e foto – vere e proprie opere d’arte – ci distolgono dal pensiero della violenza per riportarci a una dimensione più giocosa. L’artista, a gran sorpresa, ha proposto anche un suo autoritratto, rigorosamente in trampoli rossi.

Alla serata ha partecipato anche la Casa delle donne per non subire violenza, famosa associazione bolognese che è diventata negli anni un punto di riferimento sempre più importante per tutte le donne che hanno subito violenza e a cui sarà destinato parte del ricavo della vendite della giornata.

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