Sempre più guerra fredda e tensione alle stelle tra Russia e Turchia a una settimana dall’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione militare di Ankara. Dopo il duplice secco rifiuto da parte di Vladimir Putin di un colloquio chiarificatore con Recep Tayyip Erdogan, oggi la Russia ha rincarato la dose di pesanti accuse alla Turchia, sostenendo la presunta complicità con l’Isis da parte del presidente turco.
“In base alle informazioni disponibili, il massimo livello della leadership politica del Paese, il presidente Erdogan e la sua famiglia sono coinvolti in questa attività criminale (il presunto coinvolgimento nel traffico di petrolio gestito dallo Stato Islamico ndr)“, lo ha detto il vice ministro Anatoly Antonov nel corso di una conferenza stampa con i vertici delle autorità militari russe. La Russia sostiene di avere individuato almeno tre percorsi attraverso i quali avverrebbe il trasporto del petrolio dell’Isis in Turchia, mostrati attraverso immagini satellitari durante la succitata conferenza stampa.
Secca ed immediata la smentita di Erdogan: “Nessuno ha il diritto di calunniarci. Non ho perso i miei valori a tal punto di comprare petrolio da una organizzazione terroristica”, seguita dalle dichiarazioni del portavoce del Pentagono, Steve Warren: “Rifiutiamo categoricamente l’idea che la Turchia stia lavorando con l’Isis, è totalmente assurdo”.