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Scoperta la molecola del cervello che combatte l’ansia

È anche merito di ricercatori italiani, la recente scoperta di una molecola contenuta nel nostro cervello che combatte l’ansia meglio di qualsiasi farmaco ansiolitico, di antiche erbe anti-stress e di avveniristiche tecniche o ginnastiche rilassanti.

L’anti-stress naturale si chiama “nocicettina” e la scoperta dei suoi meccanismi di funzionamento è frutto di una collaborazione tra i ricercatori dell’Università di Camerino, del The Scripps Research Institute Institute (Tsri) in California e del National Institutes of Health (USA).  Questa molecola viene prodotta dal cervello ed agisce su una sua porzione (l’amigdala) preposta al controllo delle emozioni. Analizzando il modo in cui la nocicettina, in associazione con il suo recettore (Nop) interagisce sul sistema celebrare, i ricercatori hanno notato come negli animali sottoposti ad esperimento, la produzione della molecola e il relativo recettore aumentava con l’aumentare dello stress, determinando la diminuzione di tale stato.

ricerca medica

Iniettando la nocicettina direttamente nell’amigdala dei topi stressati, si riscontrava una notevole riduzione dei loro comportamenti ansiosi. Mentre, invece, non accadeva nulla se si iniettava tale molecola in topi non stressati. Secondo Marisa Roberto, docente associato presso il TSRI nonché autrice dello studio, tutto ciò dimostra come tale molecola sia in grado “di prevenire e addirittura invertire alcuni degli effetti cellulari dello stress nei modelli animali“.

Si tratta di un punto di partenza ma per i ricercatori lo studio permetterà ben presto di poter correggere in modo adeguato i disturbi e tutte le altre patologie legate all’ansia, una volta stabilito il nesso che esiste tra la molecola, il suo recettore e la cronicizzazione dell’ansia che, secondo gli scienziati indurrebbe cambiamenti significativi nell’amigdala, la zona preposta al controllo delle emozioni, causandone così  i deleteri disturbi ansiosi.

Questo importantissimo studio è stato anche pubblicato dettagliatamente sul Journal of Neuroscience.

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