Ancora una volta Beppe Grillo, dall’alto del suo blog, ha invitato la cittadinanza a riflettere sulle tematiche che gli stanno più a cuore: il governo Renzi, il Colle, la trattativa Stato-Mafia, il patto tra Berlusconi e Pd sulle riforme.
E per l’ennesima volta, c’era da aspettarselo, sollevando una marea di polemiche. Ad essere chiamata in causa è una rivisitazione del celeberrimo incipit del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, diventato per l’occasione “Se questo è un Paese” e affiancato da un’immagine non poco provocatoria: sulla tristemente nota cancellata del campo di concentramento, infatti, campeggia ora la scritta “P2 Macht Frei”.
Alla vigilia del voto sul disegno di legge fortemente contrastato dal M5S che alleggerirà le pene detentive legate all’articolo 416 ter del codice penale, Grillo esorta a riflettere con parole forti sulle sorti dell’Italia: “Considerate se questo è un Paese/ che vive nel fango/ che non conosce pace…/ un Paese nato dalle morti di Falcone e Borsellino/ dalla trattativa Stato mafia”.
Intanto non si sono fatte attendere le polemiche. La trovata non ha incontrato i favori di Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che l’ha etichettata come «un’oscenità». Le critiche sono piovute anche dall’onorevole PD Alessandra Moretti, capolista per le europee nella circoscrizione nordest, e dal deputato dello stesso partito Emanuele Fiano. In riferimento alla Shoah chiamata in causa, anche il deputato dissidente del Movimento Cinque Stelle Tommaso Currò ha parlato di «un paragone che non sta né in cielo né in terra».
(fonte: La Repubblica; autore dell’immagine principale: Urlo Nero, da Flickr.com)