Dopo quanto successo nella serata di martedì 8 novembre 2016, con il servizio de Le Iene andato in onda in prima serata e le accuse mosse nei confronti di Live Nation e Ticketone, colpevoli di stringere collaborazioni con servizi terzi, nella giornata di oggi è stata indetta una conferenza stampa per denunciare il fenomeno del secondary ticketing. Nella mattinata di oggi, infatti, hanno preso parola l’amministrato delegato di F&P GROUP, tra le principali società di organizzazione dei concerti in italia, ovvero Ferdinando Salzano, oltre a Claudio Maioli, manager di Ligabue. Proprio quest’ultimo ha esordito, come riportato da SoundsBlog, tuonando contro De Luca, direttore di Live Nation, reo di aver utilizzato il termine ‘artisti’. “Quella parola “artisti” pronunciata in modo generico da De Luca di Live Nation rischia di infangare tutto il mondo degli artisti, davanti ad un pubblico che non ha strumenti per valutare: si devono fare i nomi, non si può fare di tutta un’erba un fascio. Io non ci sto. Non ci sto che il pubblico possa pensare che gli artisti sono tutti uguali. Questa cosa va chiarita. Non è questa la sede per fare un processo ma tengo a puntualizzare che da sette anni sul sito di F&P e Ligabue abbiamo preso posizioni contro il secondary ticketing, anche pubblicando una black list dei siti da evitare.”
>>> SECONDARY TICKETING: COSA È? <<<
Gli artisti che hanno deciso di sposare la causa contro il secondary ticketing: Amoroso, Nek e Mannoia, Biondi, Emma, Renga-Annalisa-Giusy, Elisa, Baglioni, De Gregori, Pausini, Elio, Caposela, Nannini, Il Volo. Ferdinando Salzano, a.d. di F&P, ha sottolineato come per lui sia: “Una vergogna. Mi sono vergognato del mestiere che faccio e di come ne siamo usciti. Non smetterò di ringraziare Le Iene, spero vadano avanti. Ha dato un’immagine devastante fra organizzatori, artisti, manager. E’ sembrata una mela marcia con un magna magna generale ed un solo obiettivo: truffare il pubblico. Io mi sono davvero vergognato.” La soluzione è oscurare i siti di bagarinaggi, nessuna mediazione, come spiega Salzano: “Il nostro mondo ha un cancro da non sottovalutare. Io immaginavo una forte connivenza ma non immaginavo numeri di quel genere. Non immaginavo il 90% retrocesso, non immaginavo botte di 13mila biglietti. E’ un meccanismo assolutamente pericoloso e grandissimo. Il caso dei Coldplay ha riacceso i riflettori su questo tema. Ho sentito parlare, proprio nell’intervista di De Luca, di “governare”: i siti vanno oscurati, non regolamentati. Non ci può essere mediazione.”
>>> IL PRIMO CASO DELL’ANNO: I RED HOT CHILI PEPPERS <<<
Qual è la richiesta effettuata da Salzano? Semplice, per combattere il secondary ticketing l’ideale sarebbe consentire la rivendita a siti autorizzati con sigillo fiscale: “Come ad esempio SeatWave con i Radiohead, questi sono autorizzati perché fanno parte del circuito Ticketmaster company, gestito da Live Nation.” Una lotta al secondary ticketing che ha radici lontane: “Dal 2010 dichiariamo guerra al secondary ticketing, oggi ci metto la faccia e continuo a dire che l’unica soluzione è l’oscuramento. Continuo a dire che non ho e non ho mai avuto rapporti con il secondary. Ho una domanda da fare a TicketOne: come arrivano lì quei biglietti? I mezzi di protezione esistenti, dunque, fanno acqua da qualche parte.”
>>> IL MONDO DELLA MUSICA CON URBANPOST<<<
Lionetti, a.d. di Ticketone, presente alla conferenza stampa indetta da F&P, sottolinea come: “E’ la filiera più controllata del mondo dello spettacolo in questo momento. Siamo qua per testimoniare la nostra correttezza, senza passare mai alcun biglietto al mercato secondario. Non avrebbe nessun tipo di logica e sarebbe come sminuire il nostro lavoro. I siti secondari avevano fatto grande rumore fra il 2006 ed il 2008, all’epoca Le Iene inglesi andarono a SeatWave con delle talpe: i loro stagisti, persone fisiche, comprano biglietti a quattro a quattro e li rimettono in vendita. Si organizzano per acquistare e rivendere.” Per Salzano il problema è anche l’indicizzazione su Google: “L’indicizzazione di questi siti è molto più alta di TicketOne, pagano e spendono un sacco di soldi su Google. Vuol dire che dobbiamo adottare dei sistemi ulteriori per poterci proteggere”. Lionetti di TicketOne: “Il controllo possibile, oggi, è uno solo: oscurare. Se tu ti presenti come acquirente e compri quattro biglietti, come fai a riconoscerli? TicketOne non è nella posizione di riconoscerli. Il mercato di internet è libero: o si oscurano o alcuni tipi di fenomeni non si potranno mai cancellare.”
Assomusica, invece, nella persona di Vincenzo Spera ha sottolineato: “Non è vero che l’associazione non ha fatto niente. E’ evidente che se l’associazione invia un comunicato stampa, è difficile che la stampa lo riprenda rispetto a quello diramato da Vasco Rossi. Mi sento onorato di dirigere questa associazione, non credo ci sia in Italia un’altra associazione che si mobilita per discutere di problematiche del proprio settore. AssoMusica si sta occupando del problema da più di 3 anni. E’ un problema che non può essere risolto a livello italiano, esiste anche negli altri Paesi. Stiamo facendo pressione e lavorando sulla ricerca di una legislazione che possa consentire a questi siti di non lavorare. L’associazione fa l’interesse dei propri associati e rappresentare la maggioranza degli associati che devono fare il proprio lavoro con etica. Laddove non viene rispettata l’etica, l’associazione non ha strumenti punitivi. Accettiamo il mercato ed il mercato di per se non è etico.”
Ma c’è anche un problema legale: il Codacons ha denuciato LiveNation e la Finanza ha interrogato De Luca, come annunciato da Dondoni durante la conferenza stampa indetta questa mattina. Risulta essere, dunque, un problema anche legale: “Questo mercato è fatto di 15/16 promoter, fra piccoli e grandi: Live Nation e F&P sono i maggiori per massa di biglietti. Perché non chiamate quelli che non si sono ancora esposti?”