C’è da premettere che gli italiani sono, da sempre, molto restii a considerare la salute della propria bocca come priorità a cui dedicare una parte del bilancio familiare. Ed in questo, influiscono anche i costi, considerati dai più come eccessivi.
In ogni caso, anche il settore odontoiatrico in questo periodo ha risentito della crisi che sta dilagando in tutto il pianeta. A dirlo è un’indagine condotta da Key-Stone, che ha visto coinvolti ben 3.ooo studi dentisti, ed è stata oggetto di dibattito al Convegno dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP) tenutasi a Bologna. In particolare, dal 2007 ad oggi sono 2 milioni e mezzo in meno le persone che hanno usufruito di cure orali, a danno soprattutto di piccoli studi dentistici e dentisti sopra i 50 anni.
Si parla di un 30% in meno, cifra che non è, poi, così negativa, rispetto al crollo dei consumi che sta colpendo il nostro Paese. Come già detto, a risentirne sono state le piccole strutture. Mentre, non manifestano pessimismo gli studi dentistici più grandi e attrezzati (quelli a più poltrone), spesso associati a più medici o organizzati a livello imprenditoriale o, addirittura, in franchising.
Sembra, infatti, che il popolo degli italiani attenti alla cura dei propri denti (circa il 30%) preferisce le nuove tecnologie e una maggiore professionalità. Tanto che l’indagine ha rilevato una continua crescita nella produzione hi-tech di settore. Dati positivi anche per i giovani dentisti, che vengono, spesso, preferiti per l’implementazione di nuove tecniche più che per l’esperienza acquisita. A risentirne maggiormente, invece, sono gli odontotecnici, con un negativo e forte calo di produzione registrato in oltre il 70% dei laboratori: ben un terzo di protesi in meno, realizzate nell’ultimo triennio.
Anche i dati forniti dall’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) non sono positivi. Tra il 2007 e lo scorso anno sono oltre 500 mila le famiglie che hanno mancato l’appuntamento dal dentista, mentre nel settore degli investimenti in attrezzature ortodontiche il caldo è del 15%.
Curiosa, lo abbiamo detto all’inizio, è l’emigrazione verso i grandi centri o le catene di franchising del settore. Ma anche verso il Servizio Sanitario Nazionale che ha visto un incremento sulla richiesta assistenza del 20% in più, registrata addirittura in un solo anno.
Insomma, in tempo di crisi, all’occorrenza si va dal dentista della Asl!