E’ passato quasi un anno esatto dal rapimento della giovane Silvia Romano. Era il 20 novembre 2018, quando la cooperante venne seguita e poi rapita in un centro commerciale nella contea di Kilifi in Kenya. La Romano fu bloccata e dopo averle tolto cellulare e passaporto era stata fatta salire a bordo di una motocicletta e portata verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana. Sono passati giorni e poi mesi di paura e dolore. Lo Stato italiano promette di fare tutto il possibile, ma come capita spesso in questi casi c’è il rischio che queste persone vengano dimenticate.
Silvia Romano: non dimentichiamo
L’opinione pubblica è rimasta scioccata un anno fa dal rapimento di Silvia, ma già dopo qualche mese erano in pochi a parlare di lei. Silvia ha solo 23 anni e si trova tra le mani di criminali in un paese straniero, solo perché voleva aiutare. Non si può dimenticare e non si deve. E non solo lo Stato ma tutti noi nel nostro piccolo dobbiamo tenere vivo il ricordo della giovane donna e non solo nell’anniversario del suo rapimento, della sua scomparsa.
Lo scorso 13 settembre i familiari hanno festeggiato il compleanno vuoto di Silvia sperando solo di avere sue notizie. Tutto il web si è mosso ricordando la cooperante che ha messo a repentaglio la sua vita, ma lei si trova tutti i giorni in condizioni che non vogliamo neanche immaginare. A lei non può andare un pensiero una volta ogni tanto, ma la voglia di cambiare le cose e impedire che si ripetano anche con altri ragazzi.
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Il rapimento
Nel mese del compleanno di Silvia sono giunte delle notizie rassicuranti. La cooperante è viva e in questo momento si trova in Somalia, sarebbe tenuta sotto sequestro da un gruppo islamista legato ad Al-Shabaab. Le notizie che arrivano dagli inquirenti confermano che Silvia Romano è stata venduta ad Al-Shabaab o addirittura che il rapimento messo in atto da una banda di criminali sia stato eseguito su commissione. Le indagini, dunque, stanno prendendo una direzione chiara. L’Agi il 30 settembre scorso, riportando una fonte di intelligence, scriveva che “Silvia è viva e si sta lavorando per riportarla a casa“. Questa è l’unica certezza a cui si è aggrappati.
Non finisce qui. Alcuni dei rapitori di Silvia sono stati scoperti: Moses Luwali Chembe, Abdalla Gababa Wario e Ibraiam Adam Omar. Ma il processo contro di loro è stato nuovamente rinviato. Questa volta perché Adam Omar, in libertà su cauzione, non si è presentato all’ultima udienza. Ora è ufficialmente un latitante.