Due interviste ravvicinate e, nel giro di poche ore, il Pdl cresce del 10% dei consensi. Un Silvio Berlusconi che appare sempre più confuso e indeciso adesso comincia seriamente a dare i numeri. Ieri ha rilasciato due interviste, di cui la prima ad un’emittente radiofonica. L’ex Premier, d’altronde, è sempre più presente in tutti i palinsesti, senza distinzioni tra le tipologie di media.
Nel suo primo intervento mattutino ha affermato che “il Pdl è al 30%”. Una previsione abbondantemente generosa, visto che un po’ tutti i sondaggi (più o meno accreditati) danno il Popolo della Libertà intorno al 20%, che ora che ora potrebbe al massimo trasformarsi in un 25% con l’ormai imminente alleanza con la Lega.
Passano un paio di ore e l’ex Premier ci ripensa: nuova intervista e nuova previsione. Ancora più sballata. “Un elettore su quattro voterà per noi, andremo al 40%”. Numeri sparati a caso, senza alcun supporto empirico, che hanno come unico obiettivo quello di far parlare di sé.
Ma se ieri Berlusconi era così in vena, tanto da sparare numeri a lotto nelle sue quotidiane (ed immancabili) apparizioni sui mezzi d’informazione, oggi sembrava un cane bastonato. Ha dovuto fare un clamoroso dietrofront per cedere al ricatto della Lega, accettando così un ruolo da comprimario (si fa per dire) come quello del Ministro dell’Economia. E candidando, di fatto, il fido Angelino Alfano per la corsa a Palazzo Chigi.
Una scelta pressoché obbligata, visto il pressing della Lega, per non rischiare di perdere anche la regione Lombardia. E se invece fosse la paura di perdere? Avrà annusato il profumo della sconfitta – certa secondo la maggior parte dei sondaggi – decidendo così di defilarsi.
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