I rendimenti dei titoli italiani a due anni hanno toccato i minimi, confermando la fiducia degli investitori nella tendenza consolidata durante il Governo di Mario Monti. L’ex premier, anche se non si candiderà alle elezioni in programma il 24-25 febbraio, potrebbe “prendere in considerazione” una candidatura ministeriale per il gruppo di partiti che aderisce alla sua agenda economica, rassicurando così anche mercati e investitori sulla stabilità italiana.
Il leader del governo tecnico ha esposto la sua politica economica, e con l’aiuto della Banca Centrale Europea, ha contribuito ad abbassare il costo del debito a 10 anni, il famoso spread BTP Bund, di oltre 250 punti base da quando è giunto al potere 13 mesi fa. Alcune fonti citate in un articolo di 2 mesi fa, attribuiscono l’abbassamento dello spread BTP Bund a una grande operazione di riacquisto di “titoli spazzatura” da parte dei maggiori istituti bancari italiani, mediante fondi concessi dalla BCE e con il consenso del premier Monti. Questa massiccia operazione sarebbe una delle cause principali della crisi di liquidità che le nostre banche stanno attraversando.
Le decisioni politiche di Monti arrivano qualche settimana dopo che l’ex primo ministro Silvio Berlusconi ha annullato la decisione di restare fuori dalla corsa al voto, prima di dichiarare di farsi da parte se Monti guidasse una coalizione di “moderati”. Sia Silvio Berlusconi, ora in campagna contro il governo Monti, che Mario Monti, stanno entrambi cercando di contrastare i consensi in forte aumento dei piani di anti-austerità, promossi dal comico politico Beppe Grillo.
“E’ l’elezione più imprevedibile probabilmente dal periodo del dopoguerra”, dichiara Federigo Argentieri, professore di scienze politiche alla John Cabot University di Roma, sostenendo in un’intervista telefonica del 23 dicembre il suo “Non è affatto chiaro”. Lo sconvolgimento politico non ha fatto deragliare il mercato sulla crisi del debito del paese, portando i rendimenti a 10 anni al 4,35% la scorsa settimana, il minimo dal dicembre 2010. Il tasso è sceso di circa il 7% il 16 novembre dello scorso anno, quando Monti ha prestato giuramento a guidare un governo di non politici. Gli investitori chiedono rendimenti aggiuntivi per contenere i titoli più comparabili ai Bund tedeschi ridotti a 289 punti base, al 2,89% il 19 dicembre, dai 519 punti base raggiunti nel mese di novembre 2011.
“Finora l’impatto dei recenti sviluppi politici sul mercato italiano, hanno disattivato l’effetto debito pubblico,” dichiarano gli analisti di Barclays, Fabio Fois e Giuseppe Maraffino. “La domanda da parte degli investitori è rimasta solida sulle scadenze e ampia sulla base tra le classi degli investitori. L’impulso di corrente positivo dovrebbe continuare secondo quanto sostengono numerosi quotidiani italiani”.
Un governo stabile in grado di tenere sotto controllo i costi di indebitamento è fondamentale in un paese che ha nell’euro regione il secondo più grande carico di debito dopo la Grecia, e che dovrà cedere una media che supera il miliardo di euro al giorno sia di obbligazioni che buoni del tesoro nel prossimo anno. Il mercato fornirà un’indicazione della domanda per i titoli che si aggira intorno agli 11,75 miliardi di euro di contratti in sei mesi, secondo le note di oggi, seguiti da 6 miliardi di euro compresi i cinque sulle obbligazioni a 10 anni del domani. L’andamento di questa mattina dello spread, il differenziale tra i BTP italiani e i Bund tedeschi a 10 anni, nel corso delle negoziazioni, registra un’innalzamento del differenziale intorno al +1,81% a 319,97 punti.