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Stefania Craxi su Matteo Renzi: «Cita Bettino Craxi? Se voleva paragonarsi a lui ha sbagliato»

«Renzi cita mio padre? Se da cattocomunista malato di presentismo comincia a rivedere i suoi giudizi non posso che giudicarlo positivamente. Ma se voleva paragonarsi a mio padre ha sbagliato. Purtroppo i nodi politici posti da mio padre in quel discorso non sono mai stati affrontati, per questo il sistema è in crisi». Parole come pietre quelle rivolte da Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, a Matteo Renzi dai microfoni di Radio Cusano Campus.

Stefania Craxi su Matteo Renzi

«Renzi è un leader malato di presentismo»

Nel suo intervento in Senato ieri Matteo Renzi ha citato un discorso di Bettino Craxi. «Renzi è un leader malato di presentismo – ha detto Stefania Craxi – che ha sempre considerato la storia un orpello inutile, intriso di cultura cattocomunista che lo fa essere giustizialista e paradossalmente lo è stato anche in questo discorso. Se Renzi comincia a capire cosa è stato Craxi e a rivedere i suoi giudizi certamente non lo posso che valutare come un fatto positivo. Se invece sottintendeva paragonarsi, la drammaticità e la tensione morale di quel discorso sono imparagonabili. Il discorso di Craxi non fu una chiamata di correo. Fu un discorso tutto rivolto al futuro. Craxi in quel discorso pone sul tavolo della politica dei nodi che continuano ad essere irrisolti. Se si affrontassero questi temi finalmente si comincerebbe a fare i conti con Craxi anziché liquidarlo con una semplice battuta».

Stefania Craxi su Renzi: «Non si può essere garantisti a giorni alterni»

«Il nodo Renzi non lo scioglie, non si può essere garantisti a giorni alterni – incalza Stefania Craxi – Dopodichè Renzi pone un problema dell’autonomia della politica, un tema molto importante che non meritava l’aula sonnacchiosa e distratta di ieri. Se ci fosse consapevolezza si potrebbe trovare una soluzione a questa crisi di sistema. Ma continuo a vedere politica e informazione parlare solo delle prossime elezioni, non le vedo interrogarsi sulla sostanza del problema. Stiamo ancora discutendo della legge elettorale, non si può affidare alla legge elettorale l’organizzazione del sistema politico. Bisogna decidere di dare a questo Paese una democrazia governante, che possa dare risposte rapide alle esigenze del Paese».

«Il populismo ha riempito il vuoto politico: siamo un paese senza bussola»

«Il vuoto politico ha portato un Paese che non ha una bussola sulla politica internazionale, un Paese che non ha una politica industriale, che non ha una giustizia degna di questo nome, che viene usata come una clava contro l’avversario politico. Definire il populismo di oggi è complicato, certamente è una reazione ad una globalizzazione selvaggia che ha provocato grandi disuguaglianze. Ma io il populismo non lo leggo come un fatto negativo per sé. Avere un’agenda populista che rispetta le paure del popolo è giusto, il problema è che a queste paure e queste domande del popolo bisognerebbe dare delle risposte efficace».

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