Vai al contenuto
Home » News » Cultura » Svizzera, epiteti volgari contro gli stranieri non sono insulti razzisti

Svizzera, epiteti volgari contro gli stranieri non sono insulti razzisti

22/02/2014 11:57

Ha fatto discutere la decisione del Tribunale Supremo di Losanna che ha stabilito che epiteti volgari usati contro gli stranieri sono offensivi ma non costituiscono motivo di discriminazione razziale. La decisione fa riferimento al caso di un profugo algerino che, colto in flagranza di reato, è stato apostrofato tra la folla da un poliziotto a Basilea.

profugo richiesta

Un poliziotto ha arrestato un profugo algerino sospettato di aver derubato un cittadino russo al Salone Internazionale dell’orologeria e gioielleria a Basilea. L’agente si è rivolto al ladro usando espressioni come ‘porco straniero’ o ’sporco profugo’, e così il Tribunale di Basilea ha condannato l’uomo per discriminazione razziale. Il poliziotto ha poi presentato ricorso al Tribunale, che ha commutato la pena in una semplice multa con la condizionale. Stando a quanto è stato deliberato, i termini ‘profugo’ e ‘straniero’ non hanno una valenza razzista perché fanno riferimento ad individui di etnia e religione diversi. Inoltre i termini ‘sporco’ e ‘porco’ sono da considerarsi semplici espressioni di cattivo umore perché ormai entrati nell’uso comune della lingua, perciò possono rappresentare un’offesa ma non un insulto alla dignità umana. E dalle pagine del quotidiano Neue Zuercher Zeitung arriva un commento ironico ma tristemente vero: “se un africano viene insultato come ‘troia nera’ l’insulto è razzista, ma se invece è apostrofato come ‘sporco nigeriano’ l’insulto non è razzista”.

La vicenda arriva a pochi giorni dal referendum contro l’immigrazione di massa, un tema molto sentito in Svizzera. Poco più del 50% dei cittadini svizzeri si è detta favorevole all’introduzione delle quote per l’immigrazione, che andrebbe a toccare i nuovi residenti e i richiedenti asilo politico. Sarebbero coinvolti anche tutti i pendolari italiani che lavorano in Canton Ticino, soprattutto perché l’obiettivo sarebbe quello di favorire l’assunzione dei lavoratori di nazionalità svizzera.