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Tanina uccisa dal personal trainer: l’uomo fa sconvolgente descrizione del delitto

12/10/2018 09:38 - Aggiornamento 12/10/2018 09:46

Fiumicino, Tanina Momilia è stata uccisa dal suo personal trainer, l’uomo ieri alle 13 si è costituito spontaneamente presso la stazione dei carabinieri di Fiumicino accompagnato dal suo avvocato. L’omicidio, si apprende, sarebbe stato pianificato con freddezza e lucidità dall’assassino, che nella sua confessione ha però parlato di “raptus omicida”, sebbene dopo il delitto abbia ripulito la palestra – dove il crimine si è consumato – e si sia precostituito un alibi telefonando ai colleghi per informarli che quel giorno, domenica 7 ottobre, nonostante giorno di chiusura avrebbe pulito il locale del centro sportivo. Dopo, con estrema lucidità, si è disfatto del cadavere scaraventandolo nell’acqua del canale nella periferia di Fiumicino, dove è stato rinvenuto l’indomani mattina. “Volevo che non lo trovasse nessuno, ho fatto tutto da solo … ma non sono un mostro”, ha detto il reo confesso.

Andrea De Filippis, 56enne ex poliziotto e attualmente istruttore di karate presso la palestra frequentata da Tanina, sita a pochi metri dalla abitazione in cui la vittima viveva con il marito e i loro due figli, ha ricostruito l’efferato delitto di cui si è macchiato, rivelando che lui e Tanina erano amanti. L’uomo l’avrebbe prima colpita più volte con un peso da palestra alla testa e poi le avrebbe messo un sacchetto di plastica sul volto per soffocarla. Confermato anche il fatto che l’aggressione verbale subita da Tanina fuori dalla palestra una decina di giorni fa è avvenuta con la fidanzata del personal trainer, gelosa perché probabilmente aveva intuito della loro relazione segreta. La magistratura starebbe vagliando un eventuale coinvolgimento della donna nella dinamica omicidiaria.

“Ho agito in preda ad un raptus … Ho ucciso io Tanina, voleva raccontare a tutti di noi. L’ho ammazzata in palestra dopo la lezione. L’ho voluta incontrare per dirle che questa storia così non poteva continuare […] Dovevamo vederci per chiarire – ha detto ai militari l’ex poliziotto – una volta per tutte questa storia. Volevo troncare e ho detto basta. Lei non ne voleva sapere e ha minacciato di dirlo a Stefania, la mia compagna. Così non ci ho visto più, ho avuto uno scatto d’ira e l’ho colpita”, ha confessato De Filippis durante otto ore di interrogatorio. Ad inchiodare l’allenatore di karate, oltre ai contatti telefonici avuti con Tanina nei momenti precedenti l’omicidio, anche diverse tracce fisiologiche e di sangue raccolte su un tatami sportivo in palestra, dove la donna secondo la magistratura inquirente sarebbe stata uccisa. “Ha rivissuto la scena di cui nemmeno, al momento, si era reso conto. Come se non fosse lui in quel momento. Intanto, la cosa importante è che verità sia fatta e che lui si prenda tutte le responsabilità”, queste le parole dell’avvocato di De Filippis, Cristian Milita,  mentre accompagnava il suo assistito alla caserma carabinieri di via Anco Marzio, dove si è costituito per l’omicidio di Tanina Momilia. Il personale trainer aveva lo sguardo basso e, assediato dai cronisti, durante il tragitto a piedi per arrivare in caserma ha cercato di coprirsi il volto con una mano. Non ha proferito parola.

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