Il governo Conte prova a correre ai ripari rispetto al pasticcio del decreto dignità, con l’accusa di complotto lanciata dal vicepremier Luigi Di Maio. Pomo della discordia, la stima di 8mila posti di lavoro persi all’anno inserita nella relazione tecnica. Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria rispondono alle accuse con un comunicato congiunto. Che provoca però uno scontro senza precedenti con l’Inps e con il suo presidente, Tito Boeri. Ed è a lui che, da Mosca, Salvini lancia la provocazione: dimissioni. Sì, perché come sottolineano Di Maio e Tria: “Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio – si legge nella nota congiunta con Tria – non ha mai accusato né il ministero dell’Economia e delle Finanze né la Ragioneria Generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al decreto dignità. Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella ‘manina’ che, si ribadisce, non va ricercata nell’ambito del Mef”. Nel comunicato si precisa poi che “in merito alla relazione tecnica che accompagna il Dl Dignità, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”.
Salvini contro Tito Boeri: “Dimissioni”
Matteo Salvini non si lascia sfuggire l’occasione per sferrare l’ennesimo attacco contro Tito Boeri. Parla da Mosca, prima ancora dell’intervento di Boeri. “Il presidente dell’Inps continua a dire che la legge Fornero non si tocca, che gli immigrati ci servono perché ci pagano le pensioni, che questo decreto crea disoccupazione”, dice. E poi ne chiede sostanzialmente le dimissioni: “In un mondo normale se non sei d’accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente, perché il presidente dell’Inps fa politica, un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti”.
Boeri contro il Governo Conte: “Attacco senza precedenti”
La reazione del presidente Tito Boeri non si fa attendere: “È un attacco senza precedenti alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel nostro paese e in grado di offrire supporto informativo alle scelte del Parlamento e all’opinione pubblica”, dice Boeri. “Nel mirino l’Inps, reo di avere trasmesso una relazione ‘priva di basi scientifiche’ e, di fatto, anche la stessa Ragioneria Generale dello Stato che ha bollinato una relazione tecnica che riprende in toto le stime dell’Inps”. “Quanto al merito – aggiunge Boeri – siamo al negazionismo economico”.