Con una composizione allegorica, Beltrame rappresenta il secolo che si è chiuso e quello che, invece, si è appena aperto: due treni, uno che parte (il XIX secolo) e l’altro che arriva alla stazione (il XX secolo). È una gelida notte d’inverno, c’è neve dappertutto, eppure una piccola folla, tutta infagottata per difendersi dal freddo, saluta entrambi, comprensibilmente riservando maggior entusiasmo al nuovo arrivato.
L’illustratore, con questa allegoria, aderisce così ai desideri e alle speranze suscitati dai progressi della scienza in quella porzione di società italiana sì tradizionalista, ma nel contempo ricca di aspettative. E, inoltre, prende posizione in favore di coloro che sostengono che il XX secolo cominci col ‘901 e non col ‘900: nella copertina del primo numero de “La Domenica del Corriere” dell’anno precedente, infatti, campeggia l’anno “1900” (e non il “Sec. XX”). Va pure detto, comunque, che alla scuola del realismo di Beltrame poco si addicono le composizioni simboliche, generalmente risolte col facile, quanto obbligato, trapianto di idee allegoriche piuttosto scontate all’interno di contesti dal registro espressivo sovente di più ampio respiro.