Ogni Social Addicted pensa di poter scrivere e poi cancellare ciò che posta senza lasciarne traccia. Twitter, a differenza di Facebook, ha venduto a terzi i dati forniti dagli utenti. Gnip, Datasift e Topsy hanno il permesso ad accedere ai nostri contenuti digitali e possono rivenderli alle società che li richiedono creando un business molto alto.
Apple, per avere l’accesso ai cinguettii, ha speso 200 milioni di dollari e ha acquistato Topsy, Twitter stesso si è impossessato di Gnip. Anche la Library of Congress fa il suo gioco, conserva tutti i tweet, ma ne permette l’uso soltanto per fini interni e di ricerca scientifica, non ne fa un business economico.
Non significa che tutto ciò che pubblichiamo, decidiamo poi di cancellare, possa riaffiorare facilmente, ma che rimane la sua esistenza nei server di alcune aziende. Google resta la prima. L’invito è quello di essere i primi a custodire i propri pensieri digitali. Come? Facendo un download dei messaggi inviati e ricevuti. Forse l’arma migliore resta il vecchio telefono senza fili.