Se si votasse oggi la tendenza alla crescita dell’area di governo subirebbe una battuta d’arresto. Lo dicono gli ultimi sondaggi elettorali e sono quasi tutti concordi, inclusa la rilevazione di Demopolis di cui parliamo in questo articolo. E se per il Movimento 5 Stelle il trend negativo nei sondaggi prosegue ininterrottamente da dopo il 4 marzo, per la Lega di Matteo Salvini si tratta di una novità. Dopo aver superato un picco del 33% in numerose rilevazioni, la Lega è tornata attorno al 30% in quasi tutte le rilevazioni. Calo di consensi che indurrebbe Matteo Salvini ad un cambio di strategia con l’attuale alleato di governo, almeno così vorrebbero alcuni retroscena che circolano da alcuni giorni. Ma vediamo quali sarebbero le percentuali dei partiti se si votasse oggi.
Percentuali dei partiti se si votasse oggi
Se si votasse oggi, nonostante un sensibile calo rispetto alle ultime rilevazioni, il partito più votato sarebbe ancora la Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini secondo il sondaggio Demopolis otterrebbe il 30,5%, oltre tredici punti in più rispetto al risultato ottenuto alle elezioni. Risultato di due punti superiore al Movimento 5 Stelle che sarebbe oggi al 28,5%, circa quattro punti sotto al risultato delle politiche. Dopo l’M5S c’è il Partito Democratico ma a distanza di oltre undici punti, al 17,3%. Quasi nove punti percentuali separano poi i Dem dagli Azzurri di Forza Italia, quotati 8,6% nelle intenzioni di voto. Per il partito di Silvio Berlusconi si tratta di una vera debacle, se pensiamo che alle politiche del 4 marzo ottenne il 14%. Chiudono Fratelli d’Italia al 3,4% e gli altri partiti minori, tutti sotto al 3%. Gli indecisi secondo questo sondaggio sarebbero il 17%, mentre l’affluenza complessiva sarebbe del 69%, alta ma in calo rispetto alla precedenti rilevazioni.
Scenari politici nel breve e medio termine
Nel breve termine lo scenario politico non dovrebbe mutare. Pur sotto pressione a causa della manovra non gradita all’Europa e le conseguenti tensioni sui mercati, il governo Conte tirerà a campare cercando di nascondere la distanza che esiste tra i due alleati su molti provvedimenti. Diverso sarà se le tensioni sui mercati si aggravassero ulteriormente fino a rendere ineludibile un intervento correttivo sulla manovra 2019. In questo caso lo scenario politico potrebbe mutare rapidamente, con un’accelerazione della crisi. A volerla potrebbe essere soprattutto la Lega di Matteo Salvini, più forte nei sondaggi rispetto al M5S e proiettata verso la dimensione europea. E infatti è più che fondato il sospetto che Salvini punti ad un nuovo voto politico in concomitanza con le elezioni europee di maggio 2019. Un contesto in cui la Lega potrebbe avvantaggiarsi ulteriormente grazie all’alleanza sovranista, in compagnia del Rassemblement National di Marine Le Pen, del partito del premier ungherese Orban e della Afd tedesca.