In flessione tutti i partiti maggiori, crescono gli indecisi. E’ uno scenario politico che cambia quello fotografato dalla rilevazione EMG Acqua, realizzata il 31 ottobre per la Rai. Tra gli ultimi sondaggi elettorali disponibili quello dell’istituto romano è infatti l’unico che rileva una flessione anche per la Lega, data invece in crescita da tutte le altre indagini demoscopiche degli ultimi giorni. Con la Lega cedono terreno nelle intenzioni di voto anche Pd e Movimento 5 Stelle, mentre è da registrare una crescita di tutti i partiti minori, in particolare Fratelli d’Italia. Sale, inoltre, la percentuale degli indecisi o di chi tra gli italiani in caso di elezioni domani non andrebbe a votare.
Percentuali dei partiti al 1° novembre 2019
Queste le percentuali dei partiti se si votasse oggi, 1° novembre 2019 (tra parentesi la percentuale rilevata una settimana fa e la differenza percentuale):
- Lega 33% (33,6% -0,6)
- Partito Democratico 19,3% (19,4% -0,1)
- Movimento 5 stelle 16,8% (17,5% -0,7)
- Fratelli d’Italia 9,4% (8,2% 1,2)
- Forza Italia 7,4% (7,0% 0,4)
- Italia Viva (Renzi) 4,7% (4,3% 0,4)
- Più Europa 2,2% (2,2% 0,0)
- La Sinistra 1,8% (2,1% -0,3)
- Europa Verde 1,4% (1,0% 0,4)
- Lista Calenda 1,0% (1,0% 0,0)
- Altro partito 3,0% (3,7% -0,7)
- Indecisi+non voto: 40,4%
Ultimi sondaggi elettorali e scenario politico
Lo dicono i numeri del sondaggio appena publicato ed altri resi noti nei giorni scorsi, l’alleanza giallorossa è in crisi di consensi e i partiti maggiori si indeboliscono. Impossibile vedere altro e poco conta che la Lega non cresca più: il 43% di intenzioni di voto tra Salvini e Meloni, sempre più vicini, è un avvertimento chiaro per tutti, se si voterà nella primavera del 2020 l’esito delle elezioni politiche sarà scontato. In questo senso i segnali di vitalità di Forza Italia, ancora alla ricerca di un nuovo leader, sono un’ulteriore conferma della volontà degli italiani: affidare la guida del paese alla destra. Destra, sì, perché il centro per il momento è debolmente rappresentato proprio dai soli Azzurri, incapaci di staccarsi dal loro ingombrante leader storico e disegnare una prospettiva di destra moderata e moderna di cui il nostro paese avrebbe tanto bisogno. E a sinistra? Zingaretti appare sempre più in difficoltà all’interno del suo partito e sul futuro dei Dem si allunga l’ombra dei Renziani, nonostante la nascita di Italia Viva. Quanto al Movimento 5 Stelle è sempre più chiaro che la leadership di Luigi Di Maio sia sul viale del tramonto. Ma chi potrà rappresentare il futuro del M5S in una prospettiva di rilancio e ritorno all’iniziale spirito dirompente non è ancora chiaro. Non potrà essere Giuseppe Conte, troppo poco amato tra gli eletti M5S nonostante la popolarità tra le gente, mentre gli altri maggiorenti del Movimento al momento restano al riparo per non bruciarsi. Una cosa è certa, il Movimento 5 Stelle non aspetterà un eventuale voto politico per cambiare passo, pena la sua scomparsa.