Manca poco più di un mese alle tanto attese elezioni regionali in Emilia Romagna. In quell’occasione, che vedrà contrapporsi il governatore uscente Stefano Bonaccini per il Partito Democratico e Lucia Borgonzoni per la Lega, si disegneranno gli assetti futuri anche dell’esecutivo giallo-rosso. Secondo gli ultimi sondaggi elettorali, Bonaccini sembra il vincitore favorito. Tutto dipenderà da come gli emiliano romagnoli decideranno di votare, se come le ultime Amministrative oppure come le Europee, perché la differenza darebbe due risultati completamente opposti. E lasciare la storica rossa Emilia Romagna nelle mani della Lega potrebbe essere una mossa davvero pericolosa.
Ultimi sondaggi elettorali Emilia Romagna
Nel testa a testa che si combatterà fino all’ultima scheda elettorale, Bonaccini al momento è in vantaggio di 5 punti percentuali. Secondo gli ultimi sondaggi elettorali sull’Emilia Romagna, infatti, il punteggio della delicatissima partita segna il 45,4% delle preferenze a favore di Stefano Bonaccini, il candidato del Partito Democratico, e il 40,6% per Lucia Borgonzoni, la candidata voluta da Matteo Salvini per la Lega. Non sono dati definitivi e possono ancora ribaltarsi, è vero però che Bonaccini si sta mantenendo ormai da parecchie settimane in testa rispetto all’avversaria verde. Sicuramente, anche il movimento delle sardine sta in qualche modo favorendo Bonaccini appoggiandolo pubblicamente (ma non ufficialmente): ieri, infatti, durante la manifestazione del governatore uscente, hanno presenziato anche Mattia Santori e Andrea Gareffa, i due fondatori delle sardine bolognesi. Questo a dimostrazione che esiste un dialogo con Bonaccini: “Le sardine non cercano posti ma risposte. Proveremo a dargliele” ha detto il governatore che, astutamente, cavalca l’effetto-sardine che ha creato un’onda positiva a sinistra riempiendo le piazze.
Rimane una partita, comunque, giocata punto a punto: se Bonaccini avanza nel voto sul presidente, nei voti di lista il centrodestra resta solido, spesso davanti alla sinistra. Un’ombra che preoccupa, e che spinge Bonaccini a invocare dal palco “il voto disgiunto” come ultimo appello al M5S. La preoccupazione, più degli elettori che degli esponenti del Movimento 5 Stelle, è quella che ha convinto i pentastellati a partecipare alle elezioni, entrando in campo per fermare la Lega. Il movimento delle sardine, a sua volta, riesce però a spingere verso sinistra alcuni voti degli astenuti, dei 5 stelle, degli elettori di sinistra radicale, e persino qualche moderato di Forza Italia. Tutta gente che in altre circostanze ci avrebbe tentennato a votare un candidato dem, e che invece stavolta potrebbe farlo.
Ultimi sondaggi elettorali e scenario politico
Al momento quindi l’Emilia Romagna sembra non voler abbandonare le proprie tradizioni e rimanere ben colorata di rosso. Saranno decisivi gli elettori del Movimento 5 Stelle, che nel reggiano aveva raccolto il 14,3% alle Europee e potrebbe, in questa occasione, cedere alcuni voti al candidato democratico, visto che non riuscirebbe a reggere il confronto di intenzioni di voto con Bonaccini e con la Borgonzoni.
Analizzando lo scenario politico nazionale, per la prima volta da ormai parecchi mesi, la Lega inizia a perdere consensi: secondo gli ultimi sondaggi elettorali, la rilevazione di Izi (Istituto indipendente di ricerca guidato da Giacomo Spaini), il Carroccio di Matteo Salvini si conferma primo partito in Italia ma scende sotto il 30%. Non si può considerare una vera e propria perdita di consensi, ma più che altro una migrazione: a sua volta infatti continua a crescere Giorgia Meloni e il suo Fratelli d’Italia che tocca cifre da record raggiungendo l’11,3% delle preferenze di voto. Subisce lo scenario nazionale e le discussioni interne dell’esecutivo il Partito Democratico, che scende al 18,7% diminuendo il gap che lo divideva dal Movimento 5 Stelle, fermo al 18,1%.
Sarà per questo che Bonaccini sta conducendo una campagna elettorale silenziosa, per evitare di essere associato totalmente alle scelte (e ai disastri) di un governo giallo-rosso in perenne crisi emergenziale: se gli italiani dovessero votare basandosi sullo scenario nazionale, infatti, la sconfitta del governatore uscente sarebbe già scritta. E lo sappiamo tutti.