Non vi sono più dubbi sull’ultrà della Lazio balzato alla cronaca negli ultimi giorni: è Gabriele Di Ponto l’uomo ucciso, fatto a pezzi e gettato nell’Aniene. A confermarlo i risultati degli esami del dna, disposti nei giorni scorsi dalla Procura di Roma ed effettuati dalla polizia scientifica. I prelievi erano stati eseguiti proprio nell’abitazione di Di Ponto sugli oggetti più comunemente utilizzati dall’uomo, dallo spazzolino da denti alle posate.
Il dna di Gabriele Di Ponto è quindi stato confrontato con quello dei resti affiorati qualche giorno fa dal fiume Aniene. Il riscontro è stato positivo. Un risultato quasi scontato per gli inquirenti, i quali avevano immaginato che il moncone di gamba restituito dall’Aniene appartenesse proprio a Gabriele Di Ponto, pregiudicato scomparso alla fine di luglio.
Gabriele Di Ponto, ultrà della Lazio, era coinvolto in un giro di droga e rapine. Da qui l’ipotesi che sia stato ucciso per un regolamento di conti. Proseguono le indagini degli inquirenti, a caccia del killer che ha ucciso Gabriele Di Ponto, così come le ricerche tra le acque dell’Aniene per recuperare il corpo della vittima.