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Una app che ti insulta per farti dimagrire: preoccupati i dietologi

Quando arriva nel mio ambulatorio una ragazza di 11-12 anni che vuole dimagrire, non le prescrivo certo una dieta nel senso classico del termine, ma cerco di educarla a un’alimentazione bilanciata che la faccia stare bene, la aiuto a capire qual e’ un peso di riferimento salutare“.

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Con questa premessa, Giovanna Cecchetto, presidente dell’Associazione nazionale dietisti italiani (Andid), manifesta tutta la sua preoccupazione (e quella dei suoi colleghi) per il dilagare di nuovi metodi di dimagrimento “fai-da-te” che vengono utilizzati su smartphone e tablet, talvolta, basati su cariche motivazionali che arrivano a servirsi perfino di insulti per convincere a non mangiare. Come nel caso delle ultime app giapponesi “Neshou” ed “Hey Fattie!“.

Un fenomeno che si sta diffondendo anche in Italia, soprattutto tra i più giovani, desiderosi di una forma fisica impeccabile e, contemporaneamente, i più “smanettoni” con telefonini e tablet. Ma gli effetti di questi metodi, spesso, sono molto dannosi, come sottolinea la stessa presidente dell’Andid: “Dietro tutto questo c’è la ricerca del tutto e subito, si vuole dimagrire brevemente e con poco sforzo. Questi metodi sono figli del nostro tempo: le app sono gestibili personalmente e permettono di evitare il confronto con altre persone,in particolare col medico o l’operatore sanitario, tuttavia bisogna stare attenti perché diete standardizzate come quelle proposte non sono affatto adatte agli adolescenti, ai quali più che un un rigido regime alimentare serve un supporto educativo“.

Secondo la Cecchetto, dietro a questo comportamento c’è una dimensione psicologica molto complessa, collegata ai continui messaggi, tra loro contrastanti, a cui sono sottoposti i giovani. Da una parte c’è la “moda” per il consumo di determinate bevande e cibi (come nel caso degli happy hour) non sempre salutari, dall’altra la voglia di mostrare nel gruppo un fisico quanto più possibile perfetto.

 

fotografia addominali

A questo si aggiunge una cattiva autostima che, spesso, i giovani accusano, soprattutto quando posti a confronto con un mondo fatto di mode e di apparenze molto esigenti. L’uso di app a base di insulti e, talvolta, anche gli sproni sbagliati da parte dei genitori a dimagrire (sia pure con finalità affettive legate alla salute e non alla esteticità del figlio) possono creare una pericolosa situazione oscillante tra due fasi estreme: quella di mangiare in modo spropositato e fuori controllo tutte le cose percepite come proibite e quella successiva di sentirsi in colpa e ricorrere ad estremi rimedi, con diete deleterie per la salute.

L’autogestione della dieta – sottolinea la Cecchetto –  è importante  ma va accompagnata soprattutto nelle prime fasi da specialisti“. Sagge parole!!!

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