Cadavere in valigia nel Vercellese: il giallo è ancora irrisolto. Il macabro ritrovamento avvenuto due giorni fa, 7 novembre, nelle campagne tra Alice Castello e Cavaglià, tra le province di Vercelli e Biella, è diventato un rompicapo per chi indaga.
Le ultime indiscrezioni sul caso riferiscono che con ogni probabilità questi resti umani in avanzato stato di decomposizione, chiusi in una valigia, erano lì da almeno 6 mesi, se non un anno. Da una prima e superficiale analisi dello scheletro non sarebbero emersi segni di accoltellamento o sparo. Sarà il medico legale di Milano, Cristina Cattaneo – che si occupò di fare gli accertamenti sul cadavere di Yara Gambirasio ed Elisa Claps, per citare i casi più noti di cui si occupata – ad analizzare i resti umani in oggetto.
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L’anatomopatologa cercherà di dare un nome e una storia a quel corpo di cui per ora si sa niente, ma soprattutto cercherà di trarre da esso quante più informazioni possibili utili alle indagini. La Cattaneo con la sua professionalità è riuscita a tirar fuori elementi investigativi utili da inchieste che sembravano impossibili da risolvere, la speranza è che ci riesca anche stavolta. Ecco perché il pm della procura di Vercelli, Francesco Alvino, ha affidato a lei l’incarico.
I cacciatori che hanno trovato il cadavere rannicchiato in valigia inizialmente avevano creduto si trattasse di un scheletro animale. Ad attirarli un odore nauseabondo, poi l’agghiacciante scoperta. Sembra inoltre che non avrebbero dato subito l’allarme, ma chiamato i carabinieri solo tre giorni dopo il macabro rinvenimento. Le indagini sono partite immediatamente dopo la loro denuncia: bisognerà capire come quella valigia sia finita in quelle campagne, se sia stata lanciata dal cavalcavia dell’autostrada che passa sopra l’area o scaricata lì da qualche auto. Si sta cercando di capire se in quella zona del vercellese nell’ultimo anno sia stata fatta qualche denuncia di scomparsa.