Veronica Pivetti come non l’abbiamo mai vista. O meglio, letta. La brillante attrice milanese, amatissima dal pubblico televisivo italiano, sta per uscire in tutte le librerie con un nuovo romanzo, definito “spudorato”. “Per sole donne” è il titolo del libro che Veronica Pivetti sta per pubblicare con Mondadori (in libreria da domani, 12 novembre 2019). La storia parla di cinque amiche cinquantenni, capeggiate dalla protagonista Adelaide, le quali vivono la loro quotidianità fatta di amori sbagliati, mariti traditi e amanti sbeffeggiati. Una sorta di “Sex and the city” all’italiana, un coro scomposto di voci e di esperienze diverse, tra esperienze e (dis)avventure, soprattutto erotiche.
Veronica Pivetti e il suo “Sex and the city” all’italiana
L’autrice, amatissima protagonista del successo di Rai Uno “Provaci ancora prof” , si confessa in una lunga intervista sulle pagine del Corriere della Sera. «Lo ammetto: è un romanzo spudorato, con un linguaggio esplicito, ho usato termini considerati proibiti. A 54 anni mi tolgo lo sfizio di raccontare, dal punto di vista femminile, il sesso con parole mie»: così si esprime l’attrice nelle pagine del noto quotidiano. «Quando una donna tocca il traguardo dei 50 anni», prosegue la Pivetti,« viene in mente solo la menopausa, il crollo del desiderio, e toccare l’ argomento del sesso è un tabù. Invece no: cambia il desiderio, ma non muore. Cerco di sfatare tanti luoghi comuni attraverso l’ incontro, lo scontro, le confidenze tra la 52enne Adelaide e le sue amiche-coetanee».
Pivetti: nel suo romanzo spazio anche al tema dell’omosessualità femminile
Un altro tema affrontato nel romanzo è quello dell’ omosessualità femminile, essendo la Pivetti una nota sostenitrice dei diritti LGBT. «Un altro tabù da sdoganare. Ad Adelaide piacciono gli uomini: ha marito, amanti… ma alcune sue amiche sono felicemente lesbiche. Nella nostra società omofoba si dà più spazio ai gay che alle lesbiche. L’ omosessualità maschile poi è più accettata di quella femminile che resta più nascosta. È un’ulteriore forma di discriminazione sociale e io la metto in piazza, in forma di commedia che è la mia cifra. Qualcuno, leggendo, si scandalizzerà? Può darsi, ma a questa età mi sono permessa questa libertà»: queste sempre le parole, con la consueta schiettezza ironica, dell’attrice milanese alle pagine del Corriere. La “prof” più amata d’Italia, nonché sorella minore della più “formale” e altrettanto celebre Irene, conclude così: «Ho voluto raccontare la mia generazione con ironia, per riderci sopra: ho trattato l’ argomento del sesso in maniera comica, che mi è congeniale. Questo romanzo è una specie di training autogeno: ho fatto analisi per circa quattro anni, la consiglio a tutti. Ma il romanzo non è un trattato, semmai un racconto volutamente scorretto». Insomma non ci resta che correre in libreria, soprattutto ora che si avvicina il tempo dei regali di Natale.