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William Klein, l’antifotografo

William Klein è entrato da molto tempo nell’olimpo della fotografia. Il suo motto preferito era: “per me fare una fotografia è fare un’antifotografia” ed il suo primo libro: “Life is Good and Good for You in New York” sconvolse un’intera generazione di fotografi e creò una nuova estetica del reportage e della street photography. Ma che cosa ha reso Klein tanto speciale?
Klein nacque a New York nel 1928, fin da bambino fu attratto dall’arte, tanto che il MoMa diventò la sua seconda casa. Nel 1948 si Iscrisse alla Sorbona di Parigi dove conobbe Leger e Lothe e si dedicò a pittura e scultura. Successivamente fu a Milano per dirigere alcuni spettacoli teatrali ed inseguito a New York dove conobbe il direttore di Vogue America Alex Liberman che finanziò il suo primo libro. Oltre a tutto ciò nella sua lunga carriera diresse anche film e documentari.
Il lavoro di Klein è innovativo ed anticonformista, improntato su una continua sperimentazione sulla forma e sui contenuti dell’immagine. Tutto quanto in fotografia era considerato un errore Klein lo adoperò come strumento comunicativo producendo immagini mosse, sfocate, contrastate, sgranate e dalla composizione eccentrica enfatizzata dall’utilizzo del grandangolo. Il suo rifiuto senza compromessi delle regole della fotografia caratterizzò tutta la produzione del maestro, che arrivò addirittura ad imporre la sua visione fotografia di moda portando innovazioni quali le doppie esposizioni, l’uso del grandangolo del flash e delle lunghe esposizioni.

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