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Zona Euro Continua la Contrazione dell’Economia

29/12/2012 10:24

Il centro di ricerca di politica economica della Banca d’Italia ha comunicato che l’indicatore Eurocoin si è contratto del 0,27% a dicembre, con un leggero miglioramento rispetto allo 0,29% di novembre. L’indicatore ha lo scopo di stimare, trimestre su trimestre, la crescita del prodotto interno lordo, escludendo fattori quali le variazioni stagionali e gli attacchi di breve volatilità in uscita, ed è una delle prime misure di crescita della moneta. L’economia dell’euro-zona si è ridotta per un periodo di sei mesi fino alla fine di settembre e la lettura negativa dell’Eurocoin suggerisce che si ridurrà ancora nell’ultimo trimestre dell’anno, anche se il ritmo di declino sembra aver rallentato leggermente nel mese di dicembre. Il CEPR e la Banca d’Italia hanno dichiarato che il piccolo miglioramento di questo mese riflette un allentamento delle tensioni sui mercati finanziari, così come le indagini sulle aziende che erano meno negative rispetto ai mesi precedenti. I dati ufficiali pubblicati nelle ultime settimane hanno mostrato un quarto trimestre che ha avuto un inizio difficile, con l’indebolimento delle attività nelle fabbriche e nel settore delle costruzioni che è stato registrato nel mese di ottobre.

Draghi su Crescita EurozonaI dati hanno indicato che la settimana scorsa le esportazioni della zona euro verso il resto del mondo, hanno a sua volta iniziato il quarto trimestre in modo debole, e i nuovi dati hanno mostrato che i prezzi praticati dalle imprese alla fuoriuscita dei prodotti dalle fabbriche in Austria e in Italia si sono indeboliti rispetto al mese di novembre, come conseguenza al crollo della domanda. Le aziende hanno smesso di aumentare i margini di profitto dei prezzi dell’energia, che sono scesi. La Francia ha registrato un calo dei prezzi alla produzione simili a quelli italiani giovedì, tagliando inoltre le stime iniziali di crescita economica nel terzo trimestre allo 0,1%, da una stima precedente dello 0,2%. La mancanza di crescita economica complica il compito dei governi nei paesi economicamente in difficoltà come la Grecia e la Spagna, che a causa dei deprimenti dati sul gettito fiscale, sono costretti a sostenere una spesa sociale più elevata, creando un ciclo che frustra i tentativi di tagliare il proprio deficit di bilancio. La fragilità economica della zona euro solleva anche le prospettive della Banca Centrale Europea sugli interventi per sostenere la crescita nei prossimi mesi, abbassando il suo tasso di interesse principale oppure muovendosi sotto qualche altra forma di stimolo.

Mario Draghi, presidente della BCE, ha sostenuto all’inizio di questo mese che alcuni membri del Consiglio direttivo della Banca avrebbero voluto tagliare il tasso di riferimento nel corso della riunione politica più recente. La BCE stima che l’economia si ridurrà di circa lo 0,3% nel 2013, con una ripresa che si potrà intravedere solo a partire dalla fine dell’anno. Le recenti indagini di mercato hanno fornito un barlume di speranza per il prossimo anno. I dati della società Markit pubblicati il 14 dicembre, ci mostrano che l’attività si è ridotta nel mese di dicembre, ma a un ritmo più lento degli ultimi nove mesi, e che potrebbero suggerire che la flessione dell’unione monetaria sta finendo. Le statistiche dell’agenzia olandese CBS hanno dichiarato che il suo indice di fiducia delle imprese è salito a -5,7 dal -7,0 di dicembre. In Francia i dati relativi alla vendita al dettaglio pubblicati venerdì hanno mostrato che la spesa dei consumatori è aumentata dello 0,2% nel mese di novembre a partire da ottobre, e anche se ancora debole, è stata comunque migliore delle aspettative di declino previste dagli economisti.